sabato 26 marzo 2011

HOLON DELL'EQUILIBRIO

Questo holon si basa su un determinato solido platonico, conosciuto come ottaedro. L’ottaedro consiste di due piramidi a base quadrata, connesse alla base, una piramide è rivolta verso il basso, l’altra è puntata verso l’alto. Esse sono l’immagine speculare una dell’altra. questa forma geometrica tridimensionale si trova in natura, particolarmente nella forma di alcuni cristalli e nei legami atomici e molecolari. È una forma per sua natura molto stabile. Parlando in termini esoterici è l’incontro e l’equilibrio delle polarità maschile e femminile, del cielo e della terra.
Per creare questo holon, percepite, o immaginate, una linea che dalla sommità del capo scenda attraverso il centro del corpo, oltre il perineo, finendo oltre i piedi. Questa linea centrale è l’asse dell’ottaedro.
Percepite, o immaginate, la base delle piramidi a livello del torace, in modo che la parte superiore del vostro corpo si trovi dentro la piramide sovrastante, mentre la piramide sottostante conterrà la parte inferiore del corpo. Non importa quanto renderete grande la piramide, purché il vostro corpo ci stia per intero. Non importa come orienterete gli angoli. Mentre immaginate voi stessi all’interno dell’ottaedro, immaginate sentimenti di protezione e comfort. Esercitatevi nel mantenere la geometria dell’ottaedro nella vostra immaginazione, mentre richiamate la sensazione di protezione e comfort. Allenatevi quotidianamente, se desiderate padroneggiare questa tecnica. Create l’holon, aggiungete la sensazione di protezione e poi intensificatela. Fatelo fino a quando percepirete la sensazione semplicemente immaginando l’holon. Allora vi accorgerete di poter creare l’holon ogni qualvolta lo desideriate ed esso vi porterà le sensazioni di protezione e comfort e, per sua stessa natura, l’holon spingerà le energie sottili dentro di voi verso uno stato di equilibrio.
L’Holon dell’Equilibrio si crea formando un ottaedro di luce intorno a voi, attraverso il potere della vostra immaginazione.
Non ha importanza di che colore lo fate. Il colore puo cambiare spontaneamente, a seconda del vostro stato mentale. Personalmente, il mio lo creo di luce bianca, ma e una preferenza, non un dogma. Infatti, non ci sono dogmi in questo, grazie a Dio, grazie alla Dea.
La cosa fondamentale e accertarsi di essere completamente racchiusi nello spazio dell’ottaedro. Se, ad esempio, siete sdraiati, la base di entrambe le piramidi (cioe dove si uniscono, al centro dell’ottaedro) molto probabilmente sara sotto di voi. Ma potete porvi ovunque, all’interno di quella forma geometrica. Potreste galleggiare vicino alla cima, o giu, vicino al fondo, oppure scivolare verso un angolo. Non importa. E non e necessario orientarsi in una particolare direzione, tipo nord, sud, est, ovest, ecc.; inoltre non sono richieste preghiere, formule rituali o respirazioni particolari. L’intera faccenda e molto semplice. E questo potrebbe essere uno dei suoi tanti vantaggi, oltre al fatto che funziona.
Se vi trovate in piedi o seduti, l’asse dell’ottaedro (cioe la linea immaginaria che parte dalla punta di ciascuna piramide per incontrarsi al centro), passera, molto probabilmente, attraverso l’asse centrale del vostro corpo (partendo dalla corona, sul capo, giu attraverso il perineo). Ma voi potete immaginarvi su, vicino alla punta della piramide superiore, o giu vicino a quella della piramide inferiore. In altri termini, il piano centrale dell’ottaedro – il punto in cui le piramidi si incontrano per formare un quadrato – potrebbe essere allineato con il vostro corpo. Forse lo vorrete allineare con il cuore, o forse con la testa, o magari con i piedi. Non ha importanza – almeno per quanto riguarda l’effetto equilibrante. In effetti, alcuni allineamenti del quadrato centrale con il vostro corpo (cioe quando il quadrato passa attraverso di voi), potrebbero influenzarvi in modo piu potente di altri. Percio vi dico: sperimentate! Scoprite che cosa e meglio per voi. Per quanto ripetitivo, lasciatemelo dire di nuovo. Non importa in quale posizione vi mettiate dentro l’ottaedro, come vi orientiate o di che colore lo facciate. La cosa piu importante e accertarsi di esserne racchiusi completamente.
tratto da Tom kenyon

CROMOPUNTURA

La cromopuntura non è un’evoluzione dell’agopuntura; spostando l’attenzione dal concetto di energia a quello di informazione, Peter Mandel ha aperto alla medicina energetica orientale nuove possibilità diagnostico-terapeutiche traducendone, nel contempo, le antiche conoscenze in termini più consoni alla cultura dell’occidente contemporaneo. 
Nata da una geniale intuizione del ricercatore tedesco Peter Mandel, la cromopuntura ha oggi all’attivo una vasta casistica clinica e può vantare importanti successi terapeutici e numerosi riconoscimenti in ambito accademico. L’idea che sotto forma di luce, e in particolare di colori, sia possibile veicolare, attraverso i meridiani dell’agopuntura, non tanto energia quanto piuttosto informazione, ha trovato oggi un valido fondamento scientifico nella teoria dei biofotoni del fisico tedesco Fritz – Albert Popp. 


Come funziona?

E' una tecnica dolce e non invasiva, che si propone di operare un riequilibrio energetico sia a livello somatico e sia a livello psicologico. La metodica di applicazione del colore di Mandel si avvale di una strumentazione specifica da lui inventata e brevettata. I punti di applicazione del colore sono sia appartenenti ai meridiani convenzionali della Medicina tradizionale Cinese, sia punti da lui stesso individuati.
Lo strumento per praticare la Cromopuntura consiste in un puntale luminoso sul quale vengono applicate delle colonnine di vetro o cristallo colorate. La luce colorata emessa dalla lampada viene diretta sul punto da irradiare sulla pelle. Applicando uno stimolo cromatico sui punti energetici individuati, il colore trasmette delle bioinformazioni che possono mettere in atto processi ordinativi di coordinazione a livello organico e psichico. La cromopuntura non agisce tanto sul sintomo, quanto nel ristabilire l’equilibrio energetico di base. 

Oggi si utilizza con efficacia la Cromopuntura che, a differenza dell'agopuntura, ha il pregio di essere indolore ed ottenere effetti energetici a diversi livelli per cui raggiunge più facilmente i punti da trattare. Mentre inizialmente fu impropriamente definita “agopuntura con il colore” oggi, alla luce di alcuni decenni di esperienza, la Cromopuntura viene considerata una terapia olistica con una sua precisa individualità.

tratto.cromopharma

martedì 22 marzo 2011

ho’oponopono in sintesi

La metodologia ho’oponopono in sintesi consiste nell’operare
nella propria vita e nel gestire le proprie relazioni in accordo
coi seguenti punti:
1. L'universo fisico è una realizzazione dei miei pensieri.
2. Se i miei pensieri sono negativi, essi creano una realtà
fisica negativa.
3. Se i miei pensieri sono perfetti, essi creano una realtà fisica
di perfetto Amore.
4. Io sono al 100% responsabile nel creare il mio universo
fisico come è.
5. Io sono al 100% responsabile di correggere i pensieri
negativi che creano una realtà indesiderata
6. Niente esiste al di fuori di me. Tutto esiste qui dentro me
come pensiero nella mia mente.


.... l'intelletto da solo non dispone delle risorse per
risolvere i problemi, da solo può affrontarli, ma non risolverli
definitivamente.
Affrontare i problemi non significa risolverli.
Facendo l’ Ho'oponopono tu chiedi a Dio, alla Divinità, che pulisca,
e purifichi l'origine di questi problemi che è data dai ricordi, dalle
memorie.
Così tu neutralizzi l'energia che associ a determinate persone, posti
o cose che ti procurano dei problemi.
Nel processo Ho'oponopono questa energia viene liberata e
trasmutata in pura luce attraverso l’intervento della Divinità. E
dentro di te lo spazio occupato dalle memorie cancellate che viene
liberato è riempito dalla luce della Divinità.
E’ per questo motivo che nel Ho'oponopono non c'è colpa, non è
necessario rivivere nessuna sofferenza, non importa sapere il
perché del problema, né la sua origine. Il concetto di colpa e di
peccato sono convinzioni culturali prettamente occidentali.
Nel momento in cui tu noti dentro di te qualcosa di scomodo in
relazione ad una persona, un posto, un avvenimento , inizi il
processo di pulizia, chiedendo a Dio: "Cancella in me quello che
sta contribuendo a manifestare questo problema” usando queste
parole: “Lo sento molto ". “Perdonami”. “Ti amo”. “Grazie", e ripetile
più e più volte.
Lascia che sia la tua intuizione a guidarti.
Quando dici "lo sento molto" tu accetti che qualcosa, non importa
che tu sappia cosa, si è inserito nel tuo sistema corpo/mente.
Tu vuoi il perdono interiore per quello che ha provocato il problema
a cui ti riferisci.
Dicendo "Perdonami" tu non stai chiedendo a Dio che ti perdoni, tu
stai chiedendo a Dio che ti aiuti a far sì che tu ti perdoni.
“Ti amo" trasmuta l'energia bloccata che è il problema, in energia
fluida, che torna ad unirsi al Divino.
"Grazie" o "Sono grato" è la tua espressione di gratitudine, la tua
fiducia nel fatto che tutto si risolverà nel modo migliore per tutte le
persone coinvolte dal problema, e la tua dichiarazione di gratitudine
a te stesso per tutto ciò che di buono hai fatto finora, anzi più in
profondità, per tutto ciò che hai fatto fin’ora perché anche ciò che
non sembra buono in realtà non è altro che un opportunità di
crescita e di ulteriore pulizia.
Da questo punto in poi quello che succede è determinato dalla
Divinità, tu puoi essere ispirato a compiere qualche azione oppure
no.
Se continui ad avere dei dubbi devi continuare nel processo di
pulizia, quando sarai perfettamente pulito riceverai tutte le risposte.
Bisogna sempre ricordare che anche quando vediamo qualcosa di
sbagliato negli altri, quell’errore esiste dentro di noi.
Poiché tutto è Uno chi cura viene curato e se io miglioro, il mondo
migliora. Bisogna assumersi questa responsabilità. Non è
necessario che nessun’altro segua questo processo è sufficiente
che lo faccia io, e tutta la mia realtà sarà perfetta.
Non esiste nessuna regola in relazione all'ordine delle frasi
Usa la sequenza con la quale ti trovi meglio, qualunque sia,
l’importante è che sia in sintonia con te e con il momento che stai
vivendo. Puoi usare una o due o tutte e quattro le parole, ma
generalmente anche solo “ti amo" "risolve le situazioni.
La cosa principale è che stiamo imparando rapportarci con la nostra
Mente Inconscia.
Essa è la responsabile delle memorie, le riceve e le immagazzina.
E’ quel bambino interiore che dobbiamo imparare ad amare,
chiedendo perdono per la mancanza di considerazione e
comunicazione che fin’ora gli abbiamo riservato.
Esistono dettagli sulle caratteristiche della mente subcosciente che
non è importante specificare qui. La cosa importante è sapere che
ci rapportiamo con la nostra Mente Inconscia chiedendo alla
Divinità che ripulisca le memorie che si ripetono e che generano i
conflitti, i problemi, i blocchi di energia che portano ad inconvenienti
e malattie sia psichiche che fisiche.
Se ripeti continuamente queste frasi durante la tua giornata, anche
il più spesso possibile, anche non in relazione ad un problema
specifico, otterrai il risultato di mantenere un atteggiamento vibrante
di benessere e comprensione, in relazione a qualunque cosa si
manifesti nella tua realtà. Prima di uscire di casa, chiedi a Dio che:
"Pulisca quello che c'è in te che potrebbe essere la causa di
qualche conflitto o problema durante il tragitto da casa al lavoro",
(per esempio).
Durante la tua giornata, per ogni piccolo fastidio o inconveniente
che ti capita chiedi a Dio che pulisca le memorie che lo stanno
generando.
Una frase molto utile è:
"Credenze io vi Amo! Sono grato per l'opportunità di Liberarvi
dell’energia negativa!”
Ripeti questa frase per qualche tempo vedrai che noterai dei bei
cambiamenti.
I
http://giopop.blogspot.com

giovedì 17 marzo 2011

Il Perdono in Ho'oponopono

L’Anima non genera esperienze per conto proprio.
L'Anima vede quello che vedono le nostre memorie,sente , si comporta e decide di conseguenza ai nostri ricordi .
Spesso la nostra anima presenta delle ferite causate da memorie negative come sensi di colpa,sofferenze e vecchi rancori che nutriamo nei confronti di noi stessi o di persone che hanno fatto parte della nostra esistenza.
Probabilmente parte di queste ferite sono state causate o prodotte anche all'interno della famiglia durante la nostra adolescenza o negli anni successivi.
Fino a quando non le risolviamo, queste ferite creano sentimenti come l'odio, la rabbia e la frustrazione che continuano ad incidere sulla nostra attuale esistenza, impedendoci di vivere una esistenza serena.
Nella pratica Ho'oponopono per cambiare la nostra vita dobbiamo ripulire le nostre memorie e le ferite alla nostra anima risolvendo gli antichi rancori che ancora ci tengono intrappolati e ci fanno rimanere legati alle sofferenze e alle persone che ne sono coinvolte.
Tormentarsi non serve a niente perchè per ogni decisione che abbiamo preso nella vita esiste una motivazione ed un insegnamento da trarre e al quale dobbiamo essere grati.
“In ogni cosa c'è un dono”, questa deve essere la nostra nuova filosofia di vita.
Ho'oponopono è una tecnica fantastica recitiamo con sentimento, anche mentalmente la formula magica:
“ Mi Dispiace
Ti Prego Perdonami
Grazie
Ti Amo”
e perdoniamo noi stessi per vincere ogni senso di colpa o frustrazione che abbiamo in noi per ogni errore o disagio che abbiamo causato e perdoniamo la parte di noi stessi che ha causato il rancore con le altre persone.
Non occorre quindi il perdono delle altre persone coinvolte perchè i Responsabili di tutto ciò che accade siamo noi, anche per le cose brutte che ci sono successe e di tutte le offese che abbiamo subito nella nostra vita.
L'unico essere che devo perdonare per tutte le disgrazie che mi sono capitate, sono solo e sempre io.
Una volta che riusciamo ad essere veramente consapevoli di questo ecco che sentimenti come rabbia, rancore, intolleranza, astio e odio non hanno più ragione di esistere.
Con Ho'oponopono potrai così ottenere risultati fantastici.
La Pace sia con
Te Oltre Ogni Limite.

tratto da http://www.hooponoponoitalia.com/

martedì 15 marzo 2011

LA MENTE UMANA MODERNA

.. proviamo a fare un viaggio indietro nel tempo. La mente umana moderna con la sua sorprendente capacità di analizzare,pianificare,creare,comunicare.si è evoluta in gran parte negli ultimi 100000 anni
da quando la nostra specie homo sapiens è comparsa sulla faccia della terra. MA le nostre menti non si sono evolute per "per farci sentire bene" Le nostre menti si sono evolute per aiutarci a sopravvivere in un mondo pieno di pericoli. Immagina di essere un primitivo cacciatore\raccoglitore di che cosa hai bisogno per  sopravvivere e riprodurti? Di quattro cose  cibo,acqua,riparo,sesso. Ma nessuna di esse è importante se sei morto:Quindi la priorità numero uno della mente dell'uomo primitivo era quello di prestare attenzione a turtto quello che poteva costituire un pericolo e di evitarlo. LA mente primitiva era sostanzialmente un dispositivo per non farsi uccidere e si dimostrò di enorme utilità. Piu i nostri antenati diventavano bravi a prevedere ed evitare il pericolo più a lungo  vivevano e più figli facevano. Perciò di generazione in generazione,la mente umana è divenuta sempre piu abile nel prevedere ed evitare il pericolo. E ora dopo 100000 anni di evoluzione,la mente moderna è costantemente all'erta,impegnata a valutare e giudicare tutto ciò che incontriamo è buono o cattivo? è sicuro o pericoloso? é dannoso o utile? Oggi tuttavia la nostra mente non ci mette in guardia contro le tigri dai denti di sciabola o i pelosi mammut, i nemici sono invece perdere il lavoro,essere esclusi,prendere una multa,rendersi ridicoli in pubblico,ammalarsi di cancro o mille altre malattie . Essenziale  per l uomo primitivo era l'appartenenza ad un gruppo. Se il tuo clan ti caccia via non ci vorrà molto tempo che i lupi ti trovino. E allora in che modo la tua mente ti protegge dall'esclusione dal gruppo? Confrontandoti con gli altri membri del clan. Mi sto integrando con gli altri? Sto facendo la cosa giusta? Sto contribuendo abbastanza? Sono bravo come gli altri? Sto facendo qualcosa per cui potrei essere allontanato.Ti suona familiare? Le nostre menti moderne continuano a metterci in guardia rispetto alla possibilità di essere rifiutati ci inducono a confrontarci con il resto della società...

tratto da "la trappola della felicità"Russ Harris

LA PRATICA DEI SUONI VIBRANTI

IL SUONO VIBRANTE DEI POLMONI
TRASFORMARE LA TRISTEZZA
E ALIMENTARE IL CORAGGIO E LA GIOIA

1) Seduto sulla sedia, con le mani sulle ginocchia, palme verso l’alto , rilassati, chiudi gli occhi, e respira gentilmente e profondamente alcune volte sinché senti che il tuo ritmo respiratorio si calma.

2) Ora poni la tua attenzione nel tuo petto, e ascolta senza interferire, il suo movimento. Senti come si espande e poi ritorna : senti questo movimento in tutta la cassa toracica : davanti, in alto, in basso, e dietro. 
Piano piano entra più in profondità e ascolta , dentro al tuo petto, il movimento e l’espansione, elastica dei tuoi polmoni. 

3) Sorridi ai tuoi polmoni, sorridi con una leggera gioia, con le labbra e con il cuore. Prova a sentire se c’è una differenza fra il polmone sinistro e quello destro, e sorridi ad ambe due.

4) Sali con le mani davanti al petto e senza distenderle completamente, volgi le palme verso l’alto (Fig.7 )

5) Inspira profondo, lentamente e pienamente, e poi emetti il suono : “SSSSSSSSSS ”. Il suono è una esse delicata, poco sonora , e deve venire dai tuoi polmoni. Mentre emetti questo suono, ascolta la sua vibrazione nelle cellule dell’organo.
6) Quando hai espirato completamente, torna lentamente alla posizione iniziale, chiudi gli occhi , respira delicatamente e ascolta ciò che è accaduto nei tuoi polmoni, cosa è cambiato. 
Sorridi ai tuoi polmoni, rilassati completamente e entra in contatto con loro: senti la loro energia, e ascolta qualsiasi sensazione nasca in essi. Senti se in questi organi ci sono zone buie, vuote, rigide o elastiche . Senti se sono dolenti in alcuni punti, e respira dentro a quei punti, sorridi a quelle zone inviando loro il tuo amore. 

7) Fai tutta la procedura da 3 a 6 volte, ed ogni volta senti la trasformazione dell’energia dentro ai polmoni, sino a che sentirai nascere dentro di essi un delicato sorriso, che si espande ad ogni respiro. Allora respira coi tuoi polmoni , e senti il coraggio e la gioia di vivere nascere in essi .


IL SUONO VIBRANTE DEL FEGATO :
TRASFORMARE LA RABBIA
ALIMENTARE LA GENTILEZZA
E L’ESPANSIONE DELL’IO



1) Seduto sulla sedia, con le mani sulle ginocchia, palme verso l’alto, rilassati, chiudi gli occhi, e respira gentilmente e profondamente alcune volte sinché senti che il tuo ritmo respiratorio si calma.

2) Poni la tua attenzione nella parte destra dell’addome, al di sotto delle ultime costole e inizia a sentire la presenza del fegato : inizia a percepire la sua massa compatta, calda, e grande , sotto al polmone destro. 

3) Poni le mani ai lati del corpo e inspirando profondamente sali in alto con le braccia diritte e, seguendole con lo sguardo le mani, intrecciale e gira le palme verso l’alto.

3) Spingi leggermente verso l’alto il palmo della mano destra, e senti l’allungamento nel braccio e nella spalla destra.

4) Espira lentamente pronunciando il suono : “SHHHHH” (come quando inviti qualcuno al silenzio). (Fig. 2) Senti che il suono nasce anche dal fegato, e attraverso di esso si libera l’eccesso di calore accumulato nell’organo.

5) Quando hai espirato completamente, stacca lentamente le mani e falle scendere premendo leggermente all’esterno con le palme. Scendi lentamente sino a ritornare alla posizione di partenza. Chiudi gli occhi , respira gentilmente e sorridi al fegato. Rilassati completamente e entra in contatto con il tuo fegato : senti il suo calore, e ascolta qualsiasi sensazione nasca in esso. Senti se è troppo caldo, oppure dolente in alcuni punti, e respira dentro a quei punti, sorridi a quelle zone inviando loro il tuo amore. 

6) Fai tutta la procedura da 3 a 6 volte, ed ogni volta senti la trasformazione dell’energia dentro all’organo, sino a che sentirai nascere dentro di esso una forza gentile e sicura , che si espande ad ogni respiro. Allora respira dentro, e con, il fegato, come se fosse un polmone; rilassalo ed espandilo sempre di più. 
Sentirai espandersi la forza vitale generante, e la gioia di aver ritrovato il contatto con una parte importante del tuo essere. 

In caso di forte rabbia, occhi rossi, o sapore amaro o acido in bocca, e per disintossicare il fegato, ripeti l’esercizio da 9 a 36 volte.

C’è un detto taoista a proposito del controllo della rabbia che dice: “Se hai fatto 30 volte il suono del fegato e sei ancora arrabbiato con qualcuno, dagli pur uno schiaffo, non hai tutti i torti.

tratto da RIZA scienze  la trasformazione energetica delle emozioni nel sistema taoista

ATTACCAMENTO



Che cosa si puo' fare per raggiungere la felicita'?
Niente: non c'e' niente che tu o chiunque altro possiate fare.
Perche'?
Per la semplice ragione che oggi tu in effetti felice lo sei gia'. Come si
puo' conquistare cio' che gia' si possiede? Se le cose stanno cosi', come
mai non riesci a goderti questa felicita' che e' gia' tua? Perche' il tuo
spirito ti crea angustie a ogni pie' sospinto. Caccia queste angustie dal
tuo spirito e questa felicita' che e' da sempre tuo retaggio affiorera'
immediatamente.

Come liberarti dell'infelicita'? Cerca di scoprire e di analizzare fino in
fondo la causa di quell'infelicita', ed essa scomparira'.
A questo punto, se approfondisci la tua indagine, vedrai che esiste una cosa
(una sola) che provoca angustia, e il suo nome e' "attaccamento".
Che cosa significa " attaccamento"? Uno stato emozionale provocato dalla
persuasione che senza quella specifica persona, o cosa, tu non puoi essere
felice.
In questo stato emozionale sono ravvisabili due elementi, l'uno positivo,
l'altro negativo. La componente positiva e' costituita da quel lampo di
volutta' e di ebbrezza, da quel brivido che tu esperimenti quando riesci a
raggiungere l'oggetto cui ti senti attaccato. La componente negativa e'
costituita dalla sensazione di minaccia e di tensione che va sempre di pari
passo con l'attaccamento.
Immagina un prigioniero che trangugia la sua razione di pane in un campo di concentramento: con una mano porta il pane alla bocca, con l'altra lo
protegge dai compagni di prigionia che stanno li attorno pronti a
portarglielo via al suo primo attimo di disattenzione. E' l'immagine perfetta
di una persona affetta da attaccamento.
Per sua natura intrinseca, l'attaccamento ti rende vulnerabile
all'agitazione emozionale ed e' sempre li' pronto a mandare in frantumi la
tua pace. Come si puo' pensare percio' che una persona affetta da
attaccamento possa entrare in quell'oceano di felicita' che e' il regno di
Dio?
Sarebbe come pensare che un cammello passi attraverso la cruna di un ago!
La tragedia dell'attaccamento e' che esso causa infelicita' se il suo
oggetto non viene raggiunto. Pero', anche se questo oggetto viene raggiunto, non per cio' ne deriva felicita': questo raggiungimento procura soltanto un lampo di volutta' immediatamente seguito da stanchezza e sempre accompagnato dalla trepidazione di poter perdere l'oggetto dell'attaccamento.

Tu dirai:
" Ma non posso conservare neppure un attaccamento?".
Ma certo: ne puoi conservare quanti ne vuoi. Ma per ognuno pagherai un
prezzo di infelicita'. Tale e' la natura degli attaccamenti che se- in una
giornata - tu riuscissi anche a soddisfarli tutti, ma te ne restasse uno
insoddisfatto, quest'uno ti peserebbe sull'anima e sarebbe sufficiente a
renderti infelice.
Non c'e' modo di vincere la battaglia contro i legami. C'e' forse acqua
senza umidita'? Cosi' non c'e' attaccamento senza infelicita'. Non e' ancora
nato chi sappia trovare la formula per conservare gli oggetti di un
attaccamento senza battaglie, ansie, timori e, prima o poi, fallimenti.
C'e' un'unica via per venire a capo dei legami: lasciarli perdere.
Contrariamente a quanto si pu. credere, la cosa non e' difficile.
Tutto cio' che devi fare e' di metterti davanti agli occhi, per " vederle "
seriamente, queste verita' che vado a elencare.
Prima verita':
- tu stai aggrappato a una falsa certezza, e cioe' la persuasione che senza
quella particolare persona o cosa tu non possa essere felice. Analizza i
tuoi legami a uno a uno, e vedrai la falsita' di questa persuasione. Potrai
trovare resistenza dentro il tuo intimo, ma nel momento in cui tu afferrerai
questa verita', vi sara' un immediato risultato nel campo delle emozioni. In
quel preciso istante l'attaccamento perdera' ogni sua forza.

Seconda verita':
-se impari a godere delle cose impedendo a te stesso di diventarne schiavo,
cioe' rifiutandoti di credere alla falsa certezza che senza di quelle non
potrai essere felice, tu ti risparmi tutte le lotte e le fatiche per
proteggerle e conservartele. Ti e' forse successo di poter conservare tutti
gli oggetti dei tuoi legami senza rinunciare a uno solo di essi; pero', se
tu ti liberi dai legami e li consideri da un punto di vista non
esclusivamente possessivo, tu ne godi ancor di piu', perche' in questo caso
tu sei in pace con te stesso, e tranquillo, e sicuro da minacce.
Terza e ultima verita':
- se imparerai a godere del profumo di mille fiori non ti succedera' piu' di
aggrapparti a uno solo di essi o di soffrire quando non riuscissi a cogliere
quell'unico fiore che ti manca. Se trovi gusto in mille pietanze diverse, la
mancanza di una fra le mille passera' inosservata e non oscurera' la tua felicita'. Ma sono proprio i tuoi attaccamenti a impedirti di sviluppare questo piu' largo e piu' vario gusto per le cose e le persone.

Alla luce di queste tre verita' non c'e' attaccamento che resista. Ma questa

luce deve risplendere in continuita' se si vuole che sia efficace. Gli
attaccamenti prosperano soltanto nel buio delle illusioni.

(di Anthony De Mello

sabato 12 marzo 2011

ESTINGUERE I PENDOLI

Amare o odiare qualcosa non fa differenza. L’importante è che se i vostri pensieri sono
fissati sull’oggetto dei vostri sentimenti, l’energia mentale si fissa su una determinata frequenza, voi
finite nella rete del pendolo e vi spostate su una linea della vita dove l’oggetto della vostra
fissazione abbonda.
Se non volete qualcosa, basta non pensarci, basta passarci sopra con indifferenza, Sparirà
automaticamente dalla vostra vita. Buttar via qualcosa dalla propria vita significa non evitare ma
ignorare. Evitare significa ammettere nella propria vita ma sforzarsi di liberarsi. Ignorare invece
vuol dire non reagire in nessun modo e, di conseguenza, non avere. Immaginate di essere un
radioricevitore. Ogni mattina vi svegliate e ascoltate una stazione radio che odiate, il mondo che vi
circonda. Ma se non vi piace, sintonizzatevi su un’altra frequenza!
............E allora, come ci si può difendere dall’azione del pendolo? Facendo il vuoto. Se sono vuoto,
non offro agganci. Non faccio il gioco del pendolo ma non cerco nemmeno di difendermi. Lo
ignoro semplicemente. L’energia del pendolo, senza toccarmi, si diffonde e si disperde nello spazio.
Il gioco del pendolo non mi preoccupa, non mi tange. Rispetto a lui io sono vuoto.
Il compito principale del pendolo è attrarre sostenitori e ricevere da loro energia. Se ignorate
il pendolo, esso vi lascerà in pace e si rivolgerà altrove, poiché agisce solo con coloro che accettano
il suo gioco e che emettono energia alla sua frequenza.
............Un esempio banale: vi siete attirati l’attenzione di un cane che incomincia ad abbaiarvi
contro. Se vi girate verso di lui abbaierà ancora di più, Se lo prendete sul serio e incominciate a
rispondergli, vi inseguirà ancora a lungo, il suo scopo è infatti quello di trovare qualcuno con cui
litigare. Se invece lo ignorate , lui troverà presto un altro soggetto da provocare. Si noti bene che al
cane non passa per la mente di offendersi per l’attenzione che gli avete negato. E' troppo preso dal
suo scopo di ricevere attenzione per poter pensare a qualcos’altro.
..........Certo, è difficile controllarsi quando si vorrebbe letteralmente fare a pezzi qualcosa. In questi
momenti è difficile ricordare che la data situazione è il prodotto di un pendolo che cerca di estrarre
la vostra energia. Cercate di non cedere alle sue provocazioni. Il pendolo, come un vampiro, utilizza
una sorta di anestesia, la vostra abitudine a reagire negativamente a un irritante.

............Fate ben attenzione: se vi scontrate con una circostanza fastidiosa e reagite con irritazione,
indignazione e altre emozioni negative, la situazione negativa si protrae e si evolve o sorgono nuovi
problemi. Il pendolo oscilla cosi. Grazie a voi che lo fate oscillare. Provate ad agire al contrario: o
manifestando una reazione adeguata o non manifestando alcuna reazione. Provate per esempio ad
accogliere il problema con un finto entusiasmo o con un’euforia da idiota: si tratta di sistemi per
estinguere il pendolo. Vedrete che non seguirà nessuna continuazione.
............Come ricorderete, l’abitudine a reagire negativamente di fronte a circostanze fastidiose
funge da leva d’innesco del meccanismo di presa della vostra energia mentale da parte del pendolo.
Quest’abitudine verrà meno se comincerete a giocare a un gioco originale, basato sulla sostituzione
a bella posta di sensazioni: invece della paura provate a manifestare sicurezza, invece di provare
sconforto provate a sfoderare entusiasmo, al posto dell’indignazione esibite indifferenza e al posto
dell’irritazione mostrate gioia. Provate a reagire almeno di fronte ai piccoli problemi in modo “non
adeguato”. Che cosa avete da perdere? Magari potrà sembrare una cosa assurda, però questo stile di
gioco non lascerà al pendolo nessuna chance. Questo metodo ci sembra assurdo proprio perché i
pendoli ci hanno abituato a giocare solo ai giochi che convengono a loro. Provate ad imporre un
vostro gioco, che vi procuri piacere e soddisfazione: scoprirete con stupore quanto questa tecnica è
potente. Il principio qui è solo uno: emettendo a una frequenza diversa da quella di risonanza
entrate in dissonanza con il pendolo, quest’ultimo si estingue rispetto a voi e finisce per lasciarvi in
pace.Esiste un altro metodo interessante di estinzione, l’estinzione morbida/dolce: se qualcuno vi
infastidisce, diventa per voi un problema, provate a capire che cosa manca a questa persona, cercate
di arguire di che cosa ha bisogno. E ora provate ad immaginare questa stessa persona già in
possesso di quello che gli mancava. Si può trattare di salute, sicurezza, stato d’animo tranquillo. A
ben pensarci questi sono i tre fattori principali che servono agli uomini per farli sentire soddisfatti.
Provate a pensare: di che cosa ha effettivamente bisogno in questo momento la persona che suscita
la vostra irritazione?
Questa tecnica si basa sul principio dell’estinzione del pendolo. Una persona-pendolo vi si
avvicina con un problema e voi lo soddisfate, non in modo evidente ma a livello energetico. Gli
avete dato la vostra energia ma in minima parte, perdendo molto meno di quanto avreste potuto
perdere. E per di più avete fatto una buona azione, venendo in soccorso a un bisognoso, anche se
per poco. La cosa interessante è che in seguito egli avrà con voi un rapporto più amichevole. Non
capirà perché in vostra compagnia si sente bene. Che rimanga un vostro piccolo segreto.
Potete applicare questa tecnica anche nei casi in cui siate voi ad aver bisogno di qualcosa da
qualcuno, preso dai suoi problemi e non disposto a venirvi incontro. Vi serve la firma del capo?
Prima “nutritelo” con una visualizzazione benefica e vedrete che farà tutto quello che chiedete.

............Come fare per non lasciarsi accalappiare dal pendolo? Basta non immergersi nel problema,
non farsi coinvolgere nel gioco del pendolo. Cedetevi in affitto. Agite come si fa di solito in questi
casi ma non come partecipante del gioco sibbene come osservatore esterno. Imparate a guardare la
situazione in modo distaccato. Ricordatevi che vogliono prendervi per mano per portarvi in un
labirinto. Non fatevi né spaventare, né coinvolgere, né preoccupare dal problema. Ricordate
innanzitutto che esiste sempre una soluzione molto semplice, non accettate la difficoltà che vi viene
imposta.
Se vi scontrate con un problema o un ostacolo cercate di capire qual è il vostro rapporto con esso. Il
problema può generare turbamento, paura, indignazione, sconforto e cosi via. Ma bisogna cambiare
il modo solito di rapportarsi alla difficoltà insorta reagendo esattamente all’opposto, in questo modo
il problema si elimina da solo o si risolve in modo veloce e facile.

TRATTO da Transurfing vol 1

martedì 8 marzo 2011

I PENDOLI

La struttura prende vita quando i pensieri di un gruppo di individui vanno in una stessa direzione e
di conseguenza i parametri di energia mentale di ognuno sono identici.
L’energia del pensiero di singoli individui si incanala in un unico flusso. In questo caso, in mezzo a
un oceano di energia libera, si crea una singola struttura energetica d’informazione – un pendolo
energetico. Questa struttura comincia a vivere di vita propria e ad assoggettare alle sue leggi gli
individui responsabili della sua creazione.
Perché un pendolo? Perché oscilla con frequenza tanto più forte quanto maggiore è il
numero degli individui che lo nutrono d’energia.
Ogni pendolo ha la sua frequenza tipica di oscillazione. Un’altalena, ad esempio, può oscillare solo
se si esercita una forza di determinata frequenza. Questa frequenza si chiama risonanza. Se il
numero di sostenitori del pendolo viene meno, le sue oscillazioni si smorzano. Quando non
rimangono più sostenitori, il pendolo si ferma e muore come entità. Ecco una serie di esempi di
pendoli estinti: le antiche religioni pagane, gli strumenti di lavoro di pietra, gli antichi tipi di armi,
le vecchie tendenze della moda, i dischi di vinile...Tutto quello che era in uso un tempo e ora non si
usa più.
Vi chiederete forse con meraviglia: si tratta veramente di pendoli?
Si, qualsivoglia struttura dotata di attributi propri e creata dall’energia di individui è un pendolo. Più
in generale si può dire che qualsiasi essere vivente in grado di irradiare energia in un’unica
direzione prima o poi crea un pendolo energetico. Ecco degli esempi di pendolo tratti dal mondo
naturale: le colonie di batteri, le popolazioni di esseri viventi, un branco di pesci, una mandria di
bovini, distese boschive, praterie, formicai – ogni tipo di struttura omogenea e più o meno
organizzata di organismi viventi.
Ogni singolo organismo vivente è di per sé un pendolo elementare, rappresentando un ‘
unità energetica. Un gruppo di simili unità di pendoli che incomincia ad oscillare all’unisono dà vita
a un pendolo di gruppo. Cominciando ad esistere come struttura singola e indipendente esso prende
a sovrastare i propri membri e a fissare un insieme di regole finalizzate a tenere insieme i membri
già esistenti e ad accattivarne di nuovi. Una tale struttura è indipendente nel senso che si evolve
autonomamente, secondo leggi proprie. I suoi sostenitori/membri non si rendono conto di operare
secondo le leggi del pendolo e non di propria volontà.
L’apparato burocratico, per fare un esempio, si sviluppa come struttura autonoma,
indipendentemente dalla volontà dei singoli funzionari. è probabile che un funzionario influente
possa decidere in autonomia, tuttavia le sue decisioni non potranno entrare in conflitto con le leggi
del sistema , in caso contrario egli verrebbe espulso.
Persino un individuo preso singolarmente, rappresentando un pendolo, non si rende sempre conto
delle motivazioni che lo spingono ad agire in un determinato modo. Basti pensare ai vampiri
energetici.
Ogni pendolo per sua natura è distruttivo, assorbendo esso l’energia dei suoi sostenitori
assoggettando questi ultimi al proprio potere. Il carattere distruttivo del pendolo si manifesta nella
sua totale indifferenza al destino di ogni singolo membro. L’obiettivo del pendolo è solo uno –
ricevere l’energia del membro. Quale possa essere in tutto ciò il vantaggio del singolo
membro per il pendolo non ha nessuna importanza. L’individuo che subisce l’influenza del sistema
è costretto a costruire la sua vita in conformità alle leggi imposte dal sistema, diversamente rischia
di finirne stritolato ed espulso. Chi si trova a subire la pressione di un pendolo distruttivo può
rovinarsi con estrema facilità l’intera esistenza. Sfuggirne indenni è di solito molto difficile.
Se una persona ha fortuna, riesce a trovare il suo posticino nel sistema e ad assestarsi li’,
vivendo come un pesce nell’acqua. Dal suo posto egli, come membro, fornisce energia al pendolo e
quest’ultimo lo ricambia, garantendogli un ambiente di sopravvivenza. Qualora però egli violasse le
leggi della struttura e la sua frequenza di irradiazione non coincidesse più con quella di risonanza
delle oscillazioni del pendolo, quest’ultimo, privato di una fonte d’ energia, finirebbe per ripudiarlo
o distruggerlo.
La vita nella struttura di un pendolo si trasforma per contro in un supplizio o in una squallida
sopravvivenza per chi si estrania. In questi casi il pendolo diventa letteralmente distruttivo e il
soggetto perde completamente la sua libertà. Che gli piaccia o meno egli viene costretto a vivere
secondo leggi imposte e relegato al ruolo di vite in un grande ingranaggio.
L’attività del pendolo porta spesso alla distruzione dei destini dei suoi singoli membri, per
quanto esso cerchi di mascherare le sue motivazioni sotto sembianze di virtù. Il rischio più grave
per un individuo che subisce la pressione di un pendolo distruttivo consiste nel fatto che
quest’ultimo fa deviare la sua vittima da quelle linee della vita dove egli potrebbe trovare la sua
fortuna. Sottolineiamo di seguito i suoi tratti distintivi:
- Il pendolo si nutre dell’energia dei suoi membri sostenitori e grazie ad essa incrementa la propria
frequenza d’oscillazione.
- Il pendolo mira ad attirare a sé quanti più seguaci possibile per ricevere quanta più energia
possibile.
- Il pendolo contrappone intenzionalmente il proprio gruppo di membri ai differenti altri gruppi
(secondo la logica: noi siamo i buoni, gli altri sono diversi, sono i cattivi).
- Il pendolo lancia accuse aggressive contro chi non è riuscito a reclutare e cerca in tutti i modi di
attirare i renitenti dalla sua parte, o di neutralizzarli o di rimuoverli (eliminarli).
- Il pendolo seduce con maschere benevoli, si scherma di fini nobili, gioca con i sentimenti degli
individui al fine di giustificare il proprio operato e accattivarsi quanti più sostenitori possibile.
Il pendolo, per sua natura, è un "aggregatore", anche se questa definizione non è del tutto
esauriente. Il concetto di “aggregatore” non riflette pienamente l’intero spettro delle sfumature
dell’interazione tra l’individuo e quest’entità energetica d’informazione. In realtà i pendoli hanno
nella vita degli individui un peso incommensurabilmente più forte di quanto si sia portati a credere.
L’esempio che segue illustra chiaramente il modo in cui il pendolo assorbe l’energia dei suoi
sostenitori. Provate ad immaginare uno stadio gremito di gente. Si sta disputando una partita di
calcio, la tensione si tocca con mano, i tifosi smaniano. Un calciatore commette un
imperdonabile fallo e porta la sua squadra alla sconfitta. Sul calciatore si riversa immediatamente la
furia dei tifosi, pronti a scendere in campo e a smembrarlo. Potete immaginare la massa di energia
negativa che si rovescia sulla testa di quel povero disgraziato? Questo mostruoso flusso di energia
dovrebbe teoricamente stenderlo sul posto. Ma non è cosi: il calciatore rimane vivo e vegeto,
abbattuto solo dal suo senso di colpa. E allora, dov’è andata a finire l’energia negativa della folla
furibonda? Se l’è risucchiata il pendolo. Se fosse diversamente, l’oggetto dell’odio della folla
morirebbe mentre gli idoli della folla si librerebbero in aria.
Non esprimo giudizi sull’essenza del pendolo, se si tratti cioè di un’entità animata o
semplicemente di una forma energetica. Tanto più che per la tecnica del Transurfing non è questo
l’importante. L'importante è riconoscere il pendolo e non stare al suo gioco a meno di un diretto
interesse personale.
Il pendolo si riconosce facilmente da un altro tratto distintivo: esso si trova sempre in stato
di rivalità con i suoi simili per conquistarsi la simpatia degli individui. Lo scopo del pendolo è solo
uno: fare il più proseliti possibile per ricevere quanta più energia possibile. Quanto più aggressivi
sono i mezzi usati dal pendolo nella sua lotta di conquista tanto più esso è distruttivo, tanto più esso
rappresenta una minaccia per la vita del singolo individuo.
Si può obiettare, purtuttavia, che esistono organizzazioni di beneficenza, associazioni per la
difesa della natura, degli animali, eccetera. Che cosa possono avere queste strutture di distruttivo?
Per vostra informazione personale, distruttivo è il fatto che esse comunque si nutrono della vostra
energia, restando assolutamente indifferenti al vostro benessere e alla vostra felicità. Sollecitando ad
essere magnanimi con gli altri, vi propongono di rimanere indifferenti a voi stessi. Se ciò vi garba e
vi sentite veramente felici facendo queste opere di bene significa che avete trovato la vostra
vocazione, il vostro pendolo. Qui però dovete essere molto onesti con voi stessi: non indossate per
caso una maschera di virtù? Siete veramente disposti ad offrire con sincerità soldi ed energia per il
bene degli altri o non giocate piuttosto a far beneficenza per apparire migliori?
Purtroppo gli uomini assoggettati ai pendoli distruttivi hanno disimparato a scegliere il
proprio destino. Un uomo che ha libertà di scelta, infatti, acquista indipendenza. E i pendoli dunque
non possono arruolarlo nelle loro file, fare di lui un membro. La nostra coscienza è a tal punto
assuefatta al pensiero che il destino è una sorte superiore che spesso ci è difficile credere nella
possibilità di scegliere semplicemente quel destino che più ci piace. I pendoli hanno tutta la
convenienza di tenere i loro membri sotto controllo perciò inventano ogni sorta di mezzo per
manipolare i propri servitori. 
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Il nuovo, l’insolito, ciò che non viene subito capito, si fa strada sempre a fatica. Perché? è
forse il pensiero ad essere inerte? No, la causa principale sta nel fatto che i vecchi pendoli non
hanno nessuna convenienza ad accogliere la comparsa di un nuovo pendolo, potenzialmente
interessato ad attirare a sé i loro seguaci. Per fare un esempio, i motori a combustione interna,
altamente inquinanti, sarebbero potuti entrare in disuso già tanto tempo fa. Sono stati infatti
inventati tanti altri modelli di motore alternativi ed ecologicamente puliti. Ma ciò costituisce una
minaccia per i pendoli delle grandi corporazioni petrolifere, che sono ancora abbastanza forti da non
permettere a nessun inventore di toglierli così facilmente di scena. Questi mostri (potentati)
economici arrivano al punto di comprare tutti i brevetti dei modelli di nuovi motori per segretarli,
propagandandone per giunta la scarsa efficienza.
Realizzando da una parte la propria struttura a livello materiale, i pendoli, dall’altra parte, si
servono di mezzi finanziari, logistici, tecnici e ovviamente risorse umane per rafforzare la propria
posizione. All’apice delle piramidi umane collocano i loro favoriti. I favoriti sono i dirigenti di ogni
rango, dai semplici capiufficio ai presidenti di stato. Costoro non devono essere necessariamente
provvisti di particolari qualità. Di solito favoriti diventano quei membri dotati di parametri che si
inscrivono perfettamente nella struttura del pendolo. Il favorito può credere di aver raggiunto
determinati risultati nella sua vita esclusivamente grazie alle sue abilità. In un certo senso è cosi, ma
resta il fatto che è la struttura del pendolo a supportare il lavoro più grosso nel processo di
avanzamento dei suoi pupilli. Per contro, se a un certo punto gli standard del favorito non
corrispondono più ai requisiti del sistema, egli viene rimosso senza alcuna pietà.
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Compito principale del pendolo è quindi quello di agganciare l’individuo, toccarlo sul vivo,
usurpare i suoi pensieri, non importa in che modo.
Con il progredire dei mezzi d’informazione di massa i metodi dei pendoli si fanno via via più
raffinati. L’individuo cade in un rapporto di dipendenza.
Avete notato che nei notiziari prevalgono di solito le cattive notizie? Questo tipo di notizie infatti
suscita forti emozioni, ansia, paura, indignazione, rabbia, odio. Il compito dei corrispondenti è
proprio quello di ancorare l’attenzione del pubblico. I mezzi di comunicazione di massa, pendoli a
loro volta, sono al servizio di pendoli più potenti. Il loro fine dichiarato è quello di rendere
accessibile al pubblico ogni tipo di informazione. Quello reale invece è solo uno: sintonizzare con
tutti i mezzi possibili alle frequenze giuste.
Uno dei mezzi preferiti dai pendoli per garantirsi l’accesso alla vostra energia è quello di
farvi perdere il controllo. Chi perde l’equilibrio comincia ad “oscillare” alla frequenza del pendolo
contribuendo con ciò stesso a farlo oscillare. Facciamo un esempio: aumentano i prezzi e voi reagite
negativamente, siete indignati, vi lamentate, discutete della situazione con i vostri conoscenti,
manifestate cioè una reazione assolutamente normale e adeguata al caso. Ma è proprio quello che si
aspetta il pendolo: con la vostra reazione, infatti, emettete nell’ambiente circostante energia
negativa alla frequenza del pendolo ,il quale, alimentandosi della vostra energia, prende ad oscillare
con maggior intensità. E la situazione diventa ancora più grave.
Il filo più forte che il pendolo può tirare per manovrarvi è il panico, la sensazione umana più
ancestrale e potente. L’oggetto del panico non ha importanza; ma se il panico è in qualche modo
legato a un aspetto del pendolo quest’ultimo riceverà tutta la vostra energia.
L’angoscia e l’ansia sono fili già un po' più deboli ma comunque resistenti. Queste emozioni
fissano molto bene l’emissione di energia del pensiero alla frequenza del pendolo: infatti, se siete
preoccupati per qualcosa non potete concentrarvi su qualcos’altro.
Anche il senso di colpa è uno dei grandi canali prioritari da cui il pendolo attinge energia. Ce
lo impongono fin dall’infanzia. è un ottimo mezzo di manipolazione: “Se sei in colpa, sei obbligato
a fare quello che dico io”. è difficile convivere con il senso di colpa, perciò gli uomini cercano di
liberarsene. Ma in che modo? Sopportando un castigo o espiando la colpa, ovvero, in entrambi i
casi, dimostrando obbedienza e quindi indirizzando un lavoro mentale in una determinata direzione.
Il senso del dovere è un caso particolare del senso di colpa. Se “devo” significa che ho un
obbligo verso qualcosa o qualcuno, sono tenuto ad eseguire. Il risultato è che i “colpevoli”, sia veri
che falsi, se ne vanno in giro a testa china, offrendo al pendolo il loro tributo in forma di energia.
L’arma privilegiata dei pendoli, infine, è il senso di colpa indotto. Su quest’argomento
ritorneremo più avanti.
Degni di particolare attenzione sono i differenti complessi psicologici delle persone. Il
complesso di inferiorità: non sono attraente, non ho talento né capacità particolari, non sono né
intelligente né arguto, non so socializzare, non mi merito nulla. Il complesso di colpa: sono
colpevole di qualcosa, tutti mi giudicano, sono costretto a portare la mia croce.
Il complesso del guerriero - devo essere il migliore, dichiaro guerra a me stesso e a coloro
che mi circondano, lotterò per un posto al sole, prenderò quello che mi spetta con la forza. Il
complesso dell’amante della giustizia - dimostrerò a tutti i costi che io ho ragione e gli altri hanno
torto. Questi e altri complessi funzionano come personali chiavi d’accesso all’energia di singoli
individui. Il pendolo, mettendo il dito sulla piaga giusta, attinge con forza l’energia dell’individuo.
Potete continuare da soli l’elenco dei fili che il pendolo tira per manovrare le sue marionette:
il senso della giustizia e dell’onore, l’orgoglio, la vanagloria, l’amore, l’odio, l’avidità, la
generosità, la curiosità, l’interesse, la fame e analoghi sentimenti e bisogni.
Le sensazioni e il coinvolgimento permettono di incanalare il flusso dei pensieri in una determinata
direzione. Se un argomento non suscita né interesse né emozioni è molto difficile concentrarsi su di
esso. Per questo motivo i pendoli si ingegnano a catturare il flusso di pensieri dell’individuo,
toccando le corde dei sentimenti e dei bisogni.
Di solito la gente reagisce in modo standard ai fattori irritanti esterni. Le notizie negative
suscitano indignazione, quelle angoscianti producono paura e ansia, l’offesa suscita ostilità e via
dicendo. Le abitudini agiscono da leva d’innesco del meccanismo di aggancio del pensiero, si pensi
ad esempio all’abitudine di irritarsi o di preoccuparsi per inezie, di rispondere alle provocazioni e in
generale di rispondere con una reazione negativa a un irritante negativo. L’individuo può anche
rendersi conto del fatto che i pensieri e i comportamenti negativi non portano a niente di buono,
tuttavia continua a ripetere gli stessi errori per la forza dell’abitudine.
Proprio per questo motivo le abitudini causano spesso problemi e obbligano ad agire in
modo poco produttivo. Liberarsi dalle abitudini però è difficile. Esse creano un’illusione di
benessere e l’individuo si appoggia ad esse perché si fida di più delle situazioni note . Il nuovo
suscita sempre diffidenza. L’atto abituale, usuale, si è già fatto conoscere nella pratica. è come la
vecchia poltrona di casa dove vi sedete a riposare dopo il lavoro. Una nuova sarebbe forse più
comoda, ma quella vecchia è più confortevole. Il senso di comfort è creato da concetti quali la
comodità, la fiducia, l’esperienza positiva, la prevedibilità. Nel nuovo, tali concetti sono presenti in
misura inferiore, per questo ci vuole un po' di tempo prima che una nuova abitudine diventi vecchia.
Cosi, a grandi linee, abbiamo esaminato i procedimenti usati dai pendoli per influire sugli
individui. Ma può l’individuo liberarsi dall’influenza dei pendoli? Dei mezzi di liberazione e difesa
parleremo più avanti. Osserviamo solo che spesso succede che qualcuno si ribelli e reagisca
apertamente contro il pendolo- asservitore. In questo duello, si noti bene, l’individuo esce sempre
sconfitto. Un pendolo può essere vinto solo da un altro pendolo. Un individuo da solo non può fare
niente. Se ha deciso di disobbedire e incominciare una battaglia, finirà solo per perdere energia.
Nella migliore delle ipotesi il sistema lo scaglierà oltre i suoi confini, nella peggiore lo schiaccerà. Il
seguace che ha avuto il coraggio di infrangere le regole fissate dal sistema viene dichiarato
fuorilegge. Dall’esterno ciò ha l’aspetto di una condanna a fronte di un determinato atto. Di fatto la
colpa non sta nell’atto di per sé ma nella disobbedienza, nel rifiuto del seguace di continuare a
fornire energia al pendolo.
Perché si dice che “la spada non taglia la testa del reo confesso?” Perché un individuo che si è
incollato il senso di colpa è pronto a servire il potere del pendolo. Per il pendolo il pentimento di un
suo seguace per un atto commesso non ha nessuna importanza. Ha importanza solo il ripristino del
controllo perduto. Il pendolo diventerà subito più disponibile se voi gli darete la possibilità di
manovrarvi. Se invece il colpevole non si piega, allora, nella logica del pendolo, si potrà
tranquillamente rimuovere, dato che non c’è più nient’altro da attingere da lui.
Di solito le reali motivazioni del pendolo sono velate da principi morali. Come dire: un
pentito non è più un criminale! Capirete da soli dove agisce il principio morale e dove invece
vengono toccati gli interessi del sistema se terrete sempre presente cosa sono veramente i pendoli e
quali sono i loro veri scopi.
Avrete ciò che non volete
Come si diceva innanzi, i pendoli possono ricevere energia sia dai loro sostenitori che dai
loro avversari. Ma la perdita di energia è il minore dei mali. Se il pendolo è sufficientemente
distruttivo il danno arrecato investe il destino intero della persona e la sua felicità.
............Ne deriva che se il desiderio di evitare una determinata circostanza è molto forte, esiste una forte
probabilità che l’indesiderata circostanza si verifichi.
Lottare con tutte le proprie forze contro qualcosa che non volete, equivale a investire energia
affinché ciò si produca nella vostra vita.
Perché si realizzi lo spostamento su linee indesiderate della vita non occorre necessariamente
intraprendere delle azioni. Sono sufficienti i pensieri negativi, ben conditi da equivalenti emozioni.
Non volete che faccia brutto tempo e pensate a quanto odiate la pioggia. I vicini vi disturbano e voi
litigate continuamente con loro, odiandoli in silenzio. Temete qualcosa e ciò vi crea
preoccupazione. Siete stanchi del lavoro che fate e quasi gustate sentimenti di ostilità verso il vostro
lavoro. Ovunque, siete perseguitati da ciò che fortemente non volete, temete, odiate, disprezzate.
D’altra parte ci sono tante altre cose che vorreste evitare ma in questo preciso momento non vi
preoccupano. E proprio per questo non succedono.
Tuttavia, non appena vi lasciate penetrare dal negativo, vi imbevete di ostilità e cominciate a
cullare questa sensazione, l’evento indesiderato troverà sicuramente il modo di materializzarsi nella
vostra vita.
L’unico modo per allontanare dalla propria vita gli eventi indesiderati è liberarsi dalla
pressione del pendolo che si è impadronito della vostra energia mentale, non cedere alle sue
provocazioni e non farsi coinvolgere nel suo gioco. Ci si può svincolare dalla presa del pendolo solo
in due modi: o affossandolo o estinguendolo. 
segue...
tratto da transurfing , lo spazio delle varianti, i pendoli