giovedì 23 giugno 2011

REBIRTHING

Anche nel rebirthing ad approccio transpersonale è il respiro lo strumento che permette di raggiungere la consapevolezza. 

Si inizia con una inspirazione consapevole, lenta e profonda. Quando i polmoni sono pieni d'aria, si lascia uscire il respiro. La forza dell'inspirazione e il naturale lavoro muscolare daranno luogo all'espirazione. Non c'è bisogno di controllo: il respiro uscirà da solo, senza ricorrere a una spinta volontaria. 

Finita l'espirazione ricomincia subito l'inspirazione: non bisogna lasciare alcuna pausa. E quando l'inspirazione avrà riempito i polmoni, si espira subito, anche in questo caso senza fare pausa. Il respiro avrà allora un andamento circolare, fluido, continuo che metterà in contatto con il profondo del proprio essere. 

Si può respirare o solo con il naso o solo con la bocca. Se si inizia a respirare attraverso il naso, si continua così, espirando poi attraverso di esso. Se invece è intasato si può usare la bocca, ma allora sia l'inspirazione che l'espirazione devono avvenire attraverso la bocca. 

La respirazione attraverso il naso è più adatta ad esplorare i contenuti interiori; quella con la bocca si instaura spesso quando c'è una maggiore intensità emotiva. 

Il rebirthing si pratica sdraiati su di un materasso, così che il corpo possa essere rilassato e quieto. Nel caso si manifestassero tensioni, movimenti, tremiti, accessi di risa o di pianto, è bene accettarli, abbandonandosi a quanto emerge senza cercare di resistere. 

In genere la seduta dura un'ora, ma alcune situazioni necessitano di un tempo leggermente più corto o più lungo. L'importante è lasciarsi andare a quanto affiora. 

Prima di accomiatarsi, terapista e paziente commentano e condividono quanto è venuto fuori, in modo da capire, accettare e integrare il vissuto emerso. 

Giulia Barletta
http://www.lifegate.it/it/eco/people/salute/medicina_olistica/come_si_svolge_una_seduta_di_rebirthing.html

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