sabato 23 luglio 2011

IL CANTO REALE DI SARAHA

Mi inchino al nobile Manjusri
mi inchino a colui che ha conquistato il mondo finito.

Come acqua limpida della sferza del vento
è trasformata in onde e in gorghi,
così il re pensa a Saraha
in mille forme, benchè sia un'unica entità.

Ad uno sciocco effetto da strabismo
una luce appare come duplice,
in realtà colui che vede e ciò che è visto
non sono separati; ahimè! la mente
agisce sulla sostanza dei due fenomeni.

Benchè la lampada sia stata accesa
il cieco vive nell'oscurità.
Benchè la spontaneità tutto circondi e abbracci,
per gli illusi resta sempre lontanissima.

Benchè possano esservi molti fiumi, essi si fondono
in un unico mare.

Benchè possano esservi menzogne infinite, una verità
le sconfigge tutte.

Quando appare un sole splendente, l'oscurità
per quanto profonda, svanisce.

Come nuvola che sorge dal mare,
gravida di pioggia e la terra abbraccia,
così come il celo - anche il mare
non può aumentare o diminuire.

E così la spontaneità che è unica
si compie alla perfezione del Buddha
e i viventi con anima sensibile a lei vengono
in cerca di riposo. Ma non è concreta, nè astratta.

Essi hanno percorso altri sentieri e rinunciato alla beatitudine
in cambio di miseri piaceri che la droga può offrire.
Il miele è sulle loro labbra, è così vicino
eppure svanirà se essi non lo berranno d'un fiato.

Le besti non pensano al mondo
come ad un luogo di dolore. Nè il saggio
che ha bevuto il nettare divino,
mentre le bestie bramano nei sensi.

Per una mosca che ama l'odore di carne putrida
la fragranza del sandalo è disgustosa.
Coloro che disdegnano il Nirvana
bramano il volgare regno del Samsara.

Un'orma di bue colma d'acqua
si seccherà presto, così una mente risoluta
ma piena di qualità che non sono perfette
queste imperfezioni si prosciugheranno col tempo.

Come acqua salata nel mare, dolce diventa
quando viene assorbita dalle nubi
così una mente risoluta che opera su gli altri
il veleno degli oggetti di senso trasforma in nettare.

Se ineffabile, mai sarai insoddisfatto, se inimmaginabile, non
può essere che estasi sublime. Benchè delle nubi si tema il
tuono, il raccolto matura quando da esse si libera la pioggia.

E' nel principio, nel mezzo ed è alla fine, eppure fine e princi-
pio non sono altrove. coloro che hanno menti illuse da pen-
sieri esplicativi dimorano in due menti, quindi interpretano il
nulla e la compassione come due cose distinte.

Le api sanno che nei fiori si può trovare il miele. Che Samsara
e Nirvana non sono separati. Come potranno mai capirlo gli
illusi?

Quando gli illusi si guardano nello spechio vedono un volto,
non un riflesso. Così la mente che ha respinto la verità si fon-
da su ciò che non è vero.

Benchè la fragranza del fiore non si possa toccare tutto preve-
de ed è percettibile in un bagliore. così essendo il tuo essere
libero da comportamenti riconosci la perfezione dei cerchi
mistici.

Quando (in inverno) le acque limpide sono increspate dal
vento, assumono (come ghiaccio) la forma e la solidità della
roccia. Quando gli illusi sono turbati da pensieri esplicativi,
ciò che ancora è mistero senza forma diventa solido e resisten-
te.

La mente immacolata nella sua stessa essenza, non può mai
essere inquinata dalle impurità del Samsara o del Nirvana.
Una pietra preziosa immersa nel fango non può brillare, tut-
tavia conserva il suo splendore.

La conoscenza non brilla nell'oscurità, ma quando le tenebre
vengono illuminate, ogni sofferenza scompare (in un attimo).
Dal seme cresce la pianta e dalla pianta le foglie.

Colui che pensa alla mente in termini di unità oppure di mol-
teplicità, rifiuta la luce ed entra nel mondo. Egli cammina so-
pra un fuoco (violento) con gli occhi aperti - chi potrebbe
meritare più compassione?


Il piacere dei baci gli illusi bramano
dichiarandoli la realtà suprema -
come un uomo che lascia la sua casa e sulla soglia
chiede (ad una donna) relazioni su delizie sensuali.

Il risveglio di forze biotiche nella casa del nulla
ha creato un numero infinito di falsi piaceri.
Tali yogi si consumano nella sofferenza poichè sono caduti
dallo spazio celeste, sedotti dal vizio.

Come un Brahmino che con riso e burro
brucia un'offerta nel fuoco ardente
creando un recipiente per il nettare dello spazio celeste,
e lo considera il supremo, illudendosi che sia così.

Alcune persone che hanno acceso il fuoco interiore
e l'hanno innalzato alla fontanella
accarezzano l'ugola con la lingua
in una sorta di coito
e confondendo ciò che ostacola
con ciò che libera
orgogliosamente si proclamano yogi.

Quale superiore consapevolezza,
essi insegnano ciò che sperimentano all'interno.
Ciò che li incatena lo chiamano liberazione.
Un ninnolo di vetro colorato in verde,
per loro è uno smeraldo senza prezzo;
illusi, non sanno distinguere una gemma
da ciò che pensano dovrebbe esserlo.

Essi prendono il rame per oro.
Limitati dal pensiero discorsivi
pensano che questi pensieri siano la suprema realtà.
Bramano i piaceri sperimentati in sogno.
Chiamano il perituro corpo-mente,
eterna suprema beatitudine.

Con il simbolo EVAM pensano sia raggiunta
la chiarezza del sè.
Nelle diverse situazioni che richiedono i quattro sigilli
chiamano le proprie illusioni spontaneità.
Ma questo è guardare riflessi in uno specchio.

Come sotto il potere dell'illusione una mandria di cervi
corre verso l'acqua in un miraggio senza riconoscerlo,
così anche gli illusi non placano la loro sete,
sono legati da catene
e trovano piacere in esse,
dicendo che tutto in definitiva è reale.

Non-memoria è verità convenzionale
e la mente che è diventata non-mente è la verità suprema.
Ciò è realizzazione, ciò è il bene più alto.
Amici di questo bene più alto diventate consapevoli.

Nella non-memoria la mente è assorbita;
proprio questa è emozionalità perfetta e pura.
E' incontaminata dal bene o dal maledella mondanità
come un loto intoccato dal fango da cui cresce.

Tuttavia con certezza tutte le core devono
essere viste come un magico incantesimo.
Se senza distinzione
tu puoi accettare o respingere il Samsara o il Nirvana,
salda è la tua mante,
libera dal sudario dell'oscurità.
In te sarà l'auto-essere,
oltre il pensiero e auto-originato.

Questo mondo di apparenza
non è mai venuto in essere dal suo inizio radioso;
non modellato, ha scartato il modellare.
Come tale è continua e unica meditazione;
è non-mentale, contemplazione senza macchia,
e non-mente.

Mente, intelletto, e i contenuti formati in quella mente sono
Esso,
così pure lo sono il mondo e tutto ciò che sembra differire
da Esso,
tutto ciò che può essere percepito, e colui che percepisce,
anche l'ottusità, l'avversione, il desiderio e l'illuminazione.

Come una lampada che splende nel buio dell'ignoranza
spirituale,
Esso rimuove le oscurità di una mente
fino a dove giungono le frammentazioni dell'intelletto.
Chi può immaginare l'auto-essere del non desiderio?

Non c'è nulla da negare,
nulla da affermare o afferrare;
poiche Esso non può mai essere concepito.
Dalle frammentazioni dell'intelletto sono incatenati gli
illusi;
indivisa e pura rimane la spontaneità.

Se ti interroghi sull'assoluto con i postulati
dei tanti e dell'Uno, l'unità non ti è svelata.
Poiché la trascendenza della conoscenza libera gli esseri
senzienti.
La radianza è potenza latente nell'intelletto,
e questa si rivela essere la meditazione;
la mente salda è la nostra vera essenza.

Quando giunge nel regno colmi di gioia
la mente che vede diventa più ricca
e quindi più utile per questo e per quello;
perfino quando corre dietro a oggetti
non è separata da se stessa.

I germogli di gioia e di piacere
e le foglie di gloria crescono.
Se nulla fluiscefuori da nessuna parte
l'indicibile beatitudine darà il suo frutto.

Ciò che è stato fatto e dove e ciò che
esso diventerà non è nulla:
tuttavia è stato utile per questo e per quello.
Per quanto ricco di passioni
lo schema resta il nulla.

Se io sono come un maiale che concupisce paludi mondane,
devi dirmi che difetto ci sia in una mente salda.
Da ciò che non ti turba,
come puoi ora divenire prigioniero?

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