lunedì 12 marzo 2012

RICORDATI CHE DEVI MORIRE



Memento mori (letteralmente: Ricordati che devi morire) è una nota locuzione inlingua latina.
La frase trae origine da una particolare usanza tipica dell'antica Roma: quando un generale rientrava nella città dopo un trionfo bellico e sfilando nelle strade raccoglieva gli onori che gli venivano tributati dalla folla, correva il rischio di essere sopraffatto dalla superbia e dalle smanie di grandezza. Per evitare che ciò accadesse, un servo dei più umili veniva incaricato di ricordare all'autore dell'impresa la sua natura umana: lo faceva pronunciando questa frase.
L'ordine di stretta clausura dei trappisti, fondato nel 1664, adottò questa frase comemotto: i monaci di quest'ordine si ripetevano tra loro continuamente la frase, e si scavavano - un poco ogni giorno - la fossa destinata ad accoglierli, con lo scopo di tenere sempre presente l'idea della morte e quindi il senso della vita, destinata a finire.
Il Memento mori diventa poi popolare nella pittura cristiana della Controriforma, nell'ambito della natura morta. L'esempio più tipico è quello di un teschio posizionato accanto a fiori o frutta.

Ricordarsi di morire è un'antica tecnica di meditazione, essere consapevoli che questo corpo cio' a cui siamo identificati attaccati, finirà, con certezza finirà, ci aiuta a scegliere cio' che è essenziale e cosa non è  essenziale.Cosa è essenziale? è cio' che non muore mai,dentro di noi c'è cio' che non muore mai, sia quando siamo in vita sia dopo la morte,disidentificarsi col corpo e identificarsi con l'essere testimone e ricordarsi che si deve morire ,aiuta.
Credo che sia di aiuto anche nel momento della morte per staccarsi dal corpo e lasciarlo andare, è tragico ,per chi è troppo attaccato al corpo che nel momento della morte con il corpo morto rimanga prigioniero in un cadavere per molto tempo.Ricordarsi che si deve morire facilita inoltre i viaggi astrali. Qui sotto un sotto un simpatico spezzone di film sull'argomento

Ivano Anta Raja




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