martedì 7 agosto 2012

RAMANA MAHARASHI


Chi era e chi e' Bhagavan Sri Ramana Maharshi

Ramana Maharshi non teneva conferenze o 'aveva' un filosofia. In realta', lui stesso era filosofia. Non aveva insegnamenti. Lui era un insegnamento vivente.

Bhagavan Ramana Maharshi trascorse la maggior parte della sua vita terrena (1879-1950) sulla sacra Collina di Arunachala, in India, aiutando con la sua presenza tutti quei devoti che ogni giorno andavano a vederlo ("a ricevere il suo darsan"), e guidandoli con suggerimenti verbali, con l' esempio, e soprattutto con il Potere del suo Silenzio


Felicita'

Ogni uomo cerca la felicita', ma la maggior parte di loro confonde il piacere con la felicita'.

Dove e' la differenza? La vera felicita' e' permanente, mentre il piacere non lo e'.

Se una persona ritiene che la sua felicita' sia dovuta a cause esterne e a quello che possiede, e' ragionevole concludere che la sua felicita' debba aumentare con l'aumentare dei possessi e diminuire in proporzione alla loro diminuzione. Dunque se e' priva di possessi, la sua felicita' dovrebbe essere nulla Nel sonno profondo l'uomo e' privo di qualsiasi possesso, incluso il suo corpo. Tuttavia, invece di essere infelice, e' felice. Tutti desiderano dormire profondamente. La conclusione e' che la felicita' e' inerente all'uomo e non e' dovuta a cause esterne. Uno deve realizzare il proprio Sé per aprire il magazzino della felicita' assoluta.

C'e' felicita' alla vista di bei paesaggi, nella musica, nella poesia, ecc., E' la felicita' inerente nel Sé. Quella felicita' non e' aliena o lontana. Ti stai immergendo nel Puro Sé in quelle occasioni che consideri piacevoli. Quell'immersione l' auto-esistente Beatitudine. Ma l'associazione di idee e' responsabile per il proiettare questa beatitudine su altre cose o avvenimenti. In realta', e' dentro di te. In queste occasioni ti stai immergendo nel Sé, sebbene inconsciamente. Se lo fai consciamente, lo chiami Realizzazione. Immergiti consciamente nel Sé.

Il Sé

Ognuno ha esperienza del Sé in ogni momento della sua vita. E' la nostra cosa piu' intima, ed eppure la gente non sembra capace di comprendere.

Il Sé non può essere investigato. L'investigazione puo' solo avvenire nel non-sé. L'eliminazione del non-sé e' l'unica possibile. La mente e' solo una proiezione del Sé che appare nello stato di veglia.

Ognuno vuole conoscere il Sé. Che bisogno di aiuto serve per conoscere se stesso? La gente vuole vedere il Sé come qualcosa di nuovo. Ma Esso e' eterno e rimane sempre lo stesso. Loro desiderano vederLo come una luce fiammeggiante, ecc. Come potrebbe essere cosi'? Non e' luce, ne' oscurita'. E' semplicemente com'e'. Non puo' essere definito; la migliore definizione e' 'Io sono colui che SONO' . E' solo Essere, ma diverso da reale e irreale; e' Conoscenza, ma differente da conoscenza e ignoranza. Come puo' essere definito? E' semplicemente Essere.

Tutti i pensieri sorgono dopo il sorgere del pensiero-'io'. Guardate per chi sorgono i pensieri. A quel punto trascendeteli ed essi scompariranno. Trovando la fonte del pensiero-'io', realizzarw il perfetto 'Io'-'Io'. 'Io' e' il nome del Sé.

Gli altri metodi (come la ripetizione di parole, ecc.) sono intesi per coloro che non riescono a compiere l'investigazione del Sé. In tutti questi, e' necessario un 'agente', che compia l'azione. Chi e'? E' 'io'. Sii quell' 'Io'. E' il metodo diretto. Anche gli altri metodi alla fine condurranno alla fine a questo metodo dell'investigazione del Sé.

Dal momento che il vostro punto di vista e' stato spostato verso l'esterno, avete perso la vista del Sé e la vostra visione e' esterna. Il Sé non si puo' trovare negli oggetti esterni. Volgete il vostro sguardo verso l'interno e immergetevi dentro; sarete il Sé.

Pensate 'io' 'io' 'io' e aggrappatevi a quel pensiero fino all'esclusione di tutti gli altri.


Vivere Oggi

Nessun genere di lavoro costituisce un impedimento per il cammino spirituale. E' il concetto 'io sono colui che agisce' che e' l'impedimento. Se ci si libera di questo concetto attraverso l'investigazione e scoprendo chi e' questo 'io', allora il lavoro procedera' senza impedimenti, dal momento che lo starete facendo senza il senso dell'ego (cioe' che voi siete colui che agisce) e senza alcun attaccamento ai frutti del vostro lavoro. Il lavoro procedera' in modo anche piu' efficiente di prima; ma voi sarete sempre nel vostro permanente, naturale, stato di pace e beatitudine.

La rinuncia e' nella mente. Non dipende dall'ambiente o da oggetti esterni. Un uomo puo' essere nel suo villaggio con la sua famiglia, intento ad occuparsi del suo lavoro, ed eppure essere distaccato nella mente, mentre un altro puo' essere nella foresta, essendosi lasciato alle spalle la famiglia e la proprieta' ed eppure la sua mente puo' essere attaccata a tutto quello che si e' lasciata dietro fisicamente. A cosa serve andare nella foresta? Potete lasciarvi dietro famiglia e lavoro, ma la vostra mente verra' con voi. Starete solamente scambiando la nozione 'io sono un capofamiglia' con la nozione 'io sono un asceta', e, al posto dei vecchi attaccamenti, ne cresceranno dei nuovi. Quello di cui c'e' bisogno e' il rinunciare nella mente e mantenere solo la nozione 'Io-sono' e non 'sono un capofamiglia' o 'sono un asceta'.

Non c'e' bisogno di rinunciare a una vita di azione. Se meditate un'ora o due ogni giorno, potrete portare avanti i vostri doveri. Se meditate nel modo giusto, la corrente mentale che viene prodotta duranete la meditazione continuera' a scorrere anche nel mezzo del vostro lavoro.

Come andrete avanti, scoprirete che il vostro atteggiamento verso le altre persone, gli eventi e gli oggetti cambiera' gradualmente. Le vostre azioni tenderanno automaticamente a seguire le vostre meditazioni.

Un uomo che sta facendo dei progressi comincera' a godere di una beatitudine piu' profonda, che sia al lavoro o meno. Mentre le sue mani sono impegnate nella societa', la sua testa rimane tranquilla in solitudine.

Trattate bene il vostro corpo, e lui sara' un buon servitore e un valido strumento. Ma non vi lasciate fuorviare dal ritenere che sia 'Io'. Cercate di vedere solo il Sé in ogni cosa. Agite automaticamente, se cosi' si puo' dire, e lasciate che 'Esso' faccia il lavoro. Non cercate i risultati. Fate quello che e' giusto nel dato momento e lasciatevelo alle spalle.


IL METODO PRATICO


Ci sono alcuni suggerimenti pratici che si possono dare dagli insegnamenti del Maharshi.

-- Praticate l'investgazione-meditazione un'ora o due al giorno (o anche di piu' se vi sentite di farlo). Potete farla da seduti (con gli occhi aperti, chiusi, o semi-chiusi, come preferite). La mente deve essere rivolta verso l'interno e mantenuta attiva nella sua ricerca. Quando un pensiero sorge nella vostra mente (cosa che accadra' MOLTO spesso), dovete sempre cercare di chiedervi: 'Di chi e' questo pensiero? Di chi e' questa mente?' Allora la mente si calmera' e restera' la sensazione dell' 'Io'. Vedete un vuoto? Non fermatevi li'. Vedere per chi il vuoto appare. Chi si impegna nell'investigazione, comincia a chiedere a se stesso 'Chi sono io?' e il Sé gli diviene chiaro. IMPORTANTE: fate tutto in maniera rilassata, senza sforzi ne' tensioni.

NOTA: durante l'investigazione-meditazione sorgera' ogni genere di pensieri. Ma questo e' giusto. Quello che e' nascosto dentro viene portato alla luce. Se essi non emergono, come possono essere distrutti? Questi pensieri percio' emergono per essere cancellati a tempo debito.

--- Una volta che vi siete stabiliti in questo 'Io', dovreste cercare di rimanervici aggrappati, di esserne consapevoli durante tutte le vostre attivita' quotidiane (ma anche la sera prima di andare a dormire, e come prima cosa la mattina appena svegli: questo assicura una notevole serenita' mentale e anche una sensazione di instancabilita' per tutto il giorno). E' la parte principale di questo metodo: non dovete mai lasciar errare la vostra mente, ma cercare sempre -con delicatezza- di riportarla alla sua fonte. Non sprecate nemmeno un secondo nella disattenzione, nel torpore.

--- Cibo: Dal momento che il cibo influisce sulla mente, dovrebbe essere cibo puro, o cibo 'sattvico', come dicono gli indiani. La miglior dieta prescritta per chiunque voglia impegnarsi nelle pratiche spirituali e' cibo puro, in limitate quantita': pane, frutta, vegetali, latte, ecc. La carne e le bevande inebrianti (come gli alcolici) dovrebbero essere evitate. Se la mente non e' pura, l'investigazione diviene estremamente difficile. Ci si puo' accostare a una dieta pura con gradualita'.

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