mercoledì 9 gennaio 2013

DIECI COSE DA NON FARE SE VUOI CHIUDERE UNA STORIA IMPORTANTE


Antefatto: L'amore può finire, questo è assodato. Infatti l’unico reale punto di non ritorno in qualunque rapporto è proprio il non amare, il resto sono solo stronzate. Se si ama si supera tutto e non si buttano via anni di sforzi, di bene dato e ricevuto, di tentativi, di sogni di vita comune in pochi giorni. Se non si ama invece basta un soffio di vento a piegare un albero, o a fare gli splendidi massacrando le storie con frasi fatte di svariato tipo. Tra queste due ipotesi esiste una pletora di situazioni che hanno popolato film, romanzi e canzonette, ma l’amore vero… beh, è un’altra cosa. Fermo restando che la mia è una interpretazione provocatoria, filtrata dal mio modo di essere e di vedere, che i commenti sono graditissimi e che ognuno è ovviamente libero di comportarsi come meglio crede...

1) Non offendete la vostra né la sua intelligenza chiedendo una pausa di riflessione per decidere il da farsi.
Non avete bisogno dell'agonia di una separazione provvisoria per stabilire se l'altro vi manchi o meno e se il vostro sentimento sia ancora vivo, quando in realtà, in cuor vostro, lo sapete benissimo. Se per voi fosse solo la fase preparatoria a un abbandono già deciso, sarebbe come giocare a braccio di ferro con un neonato. E’ preferibile dunque esser decisi e risoluti da subito, senza arrogarsi il diritto di prendere comodamente tempo senza dialogo e confronto, quasi il potere decisionale fosse solo vostro. Questo anche per rispetto dell’altro, a cui il vostro time-out verrebbe imposto. Le pause di riflessione lasciatele ai fotoromanzi ed alle telenovelas.

2) Assumetevi da subito la responsabilità ed accettate le conseguenze di una decisione unilaterale ed autonoma, se l'altro non fosse d'accordo.
Andare dicendo in giro che vi siete separati se la scelta fosse stata solo vostra non vi farebbe onore e poi si sa, le mezze verità hanno le gambe corte. Sarebbe un gravissimo errore pensare che gli altri non centrino nulla, che la cosa non li riguardi, che il confronto con le loro opinioni non v’interessi e debbano rimanerne al di fuori, perché sono solo fatti vostri. Magari non potranno condizionarvi, ma gli altri son parte del vostro mondo anche se non lo voleste, faranno comunque parte del vostro poi, e tra di essi potrebbe esserci il vostro futuro compagno; è bene sappiano dunque come realmente è andata. Di anarchia sentimentale si può anche morire.

3) Curate con estrema attenzione ed un briciolo di sensibilità le comunicazioni nell'immediato periodo post-separazione.
Se non voleste avere sue notizie attraverso alcun mezzo ed in alcun modo, non fatevi vivi solo per pietà o per abitudine; vale altrettanto se fosse l'altro a non volervene dare. Non dimenticate che se la fine della vostra storia non fosse avvenuta di comune accordo ci sarà sempre uno dei due che potrebbe scambiare il vostro farvi vivi per un interesse che non c'è più. Sentiamoci ogni tanto per sapere come va, ma solo da buoni amici non è una regola assoluta e potrebbe anche andar bene per voi, ma trasformarsi in un compromesso inaccettabile o in un'agonia per l'altro e l'agonia si sa, è solo un inutile ed impietoso dolore nell'attesa di una fine certa. La variante commentata a questa carnevalata è rappresentata da Se non potremo più vederci perché preferisci così lo capirò, anche se mi dispiacerà moltissimo, ma a questo punto sei tu che vuoi chiudere ogni rapporto. (tradotto e condensato nel linguaggio corrente: cornuto e mazziato). Da evitare anche certe uscite impietose ed assolutamente non necessarie tipo Certo che mi manchi, ma sinceramente sto bene anche quando non ci sei. Andrebbe poi comminata la pena capitale per la straordinaria affermazione Avevo bisogno dei miei spazi, soprattutto se li prendevate abbondantemente anche prima di chiudere. Se fine dev'essere, fine sia, senza inutili falsi perbenismi e senza americanate alla Harry ti presento Sally.

4) Sono assolutamente banditi sms di buona giornata, buona notte, come stai e come va, mi dispiace, cosa posso fare per te se sapeste perfettamente che l'altro in realtà stia soffrendo come un cane, dunque se potete risparmiateglieli.
Oppure accettate il rischio che possano essere anch'essi scambiati per fuoco che covi ancora sotto la cenere. Nemmeno calcate la mano con triti e ritriti Ti voglio un bene dell'anima perché si può voler bene anche ad una vicina di casa, alle gaffes di Emilio Fede, al portiere che para un rigore o al nonno, ma qui parliamo di sentimenti ben diversi. Evitate dunque gesti divenuti ormai amichevoli o fraterni, lasciando che vengano scambiati per altro. Bei tempi, quelli in cui sms, mms, chat, cellulari ed email non esistevano, le cose si dicevano in faccia o niente, ricorrere al telefono di casa o a gettoni era considerato sconveniente e le lettere si scrivevano rigorosamente su carta con la Bic. I tempi in cui era fondamentale il ruolo degli amici (parlo di amici veri, non quelli della De Filippi e nemmeno di yes-women o di yes-men). Se decideste di confidarvi ed ascoltare le loro opinioni, curate che chi le esprima sappia davvero come stessero e stiano le cose, ma soprattutto non fatevi condizionare né in un senso né nell'altro. Anche perché se il vero "mostro" della vicenda foste voi, dipingere l'altro come tale solo per sentir avallare la vostra decisione sarebbe davvero triste. Non dimenticate che spesso gli altri vi sostengono perché conoscono solo la vostra versione, o comunque sono soprattutto amici vostri, assai meno suoi. Poi si sa, dovendo proprio schierarsi, provate un po’ ad indovinare da che parte staranno, anche se in cuor loro penseranno che stiate facendo una solenne cazzata? Un vero amico saprebbe rischiare l’impopolarità  pur di dirvelo. Ve n’è rimasto almeno uno?

5) Rispettate, rispettate, rispettate il dolore dell'altro.
E ripeterlo tre volte è comunque troppo poco. Troppo facile (e comodo) fare i superiori mostrando distacco e serenità quando - smesso di amare - si sia in posizione di preminenza sentimentale; nemmeno dimenticate che di fronte avete una persona col cuore in affanno, probabilmente tormentata, e non un automa. Non scordate nemmeno che in ogni separazione - come in ogni guerra - esistono morti e feriti, vinti e vincitori. Uscirne senza le ossa rotte per almeno uno dei due sarà impossibile, lasciamo dunque le pseudosupremazie intellettuali da scarso amore ad espressioni di granito alla Ridge Forrester. Siate comprensivi e non dimenticate che se una storia sta finendo ed ovunque sia la ragione, quella persona per voi è stata importante, con lei avete sorriso, sperato, sognato, pianto insieme. E se quella persona vi amasse ancora, certamente ricorderà i vostri momenti belli assai più spesso di voi. Frasi tipo reagisci, non siamo bambini, la vita continua, non lasciarti andare, bisogna voltare pagina sono molto facili da pronunciare nella vostra situazione. Non illudetevi perciò che chi le legga possa prenderle per un toccasana o per un balsamo dell'anima, anzi… non potrà che soffrirne maggiormente, per contrappasso con la sua angoscia. Se - tra un pudore e l'altro, o per averne avuto notizia da conoscenze comuni - aveste appreso che il vostro compagno si stesse lasciando andare, o stesse cadendo in depressione, o avesse scelto la solitudine e l'isolamento, o la sua salute stesse risentendo più o meno pesantemente dell’accaduto, certo non avete il dovere di sentirvene responsabili, né condizionati. Ma abbiate rispetto senza compassione, e comprensione senza pietà. Il malessere interiore a volte può condizionare il corpo e lo spirito, anche contro la volontà di chi lo subisca, quand'anche fosse persona adulta e matura: non basta aver chiuso una porta ed averle voltato le spalle, per sapere cosa realmente vi stia accadendo oltre. Per questo la valutazione più importante è e rimane Ma cosa sto combinando? questa storia voglio realmente chiuderla o è solo un brutto momento?. La risposta la conoscete solo voi.

6) Le frasi Ti lascio perché ti amo troppo e vorrei vederti felice con un altro, Meriti un compagno migliore di me, ed altre simili false generosità, sono solo capolavori di ipocrisia, tipici di quando non sia in realtà mai esistita alcuna voglia di impegnarsi per far felice il proprio partner.
Amare sottintende anche E’ te, te e proprio te che voglio, voglio la tua assoluta unicità ed irripetibilità e rinuncio al limite a qualcosa di mio per amore tuo. Probabilmente il vostro compagno vorrebbe essere felice proprio con voi, e con nessun altro. Ed in fondo al cuore chissà, forse sapete bene che farlo felice non sarebbe stato impossibile, se solo lo aveste davvero voluto, dunque lasciate questo finto altruismo veramente irritante ai fotoromanzi già visti sopra. Altre frasi da evitare assolutamente sono Io sono fatto così, Non ci vediamo ma sappi che io sono qui, Se hai bisogno di me sai dove trovarmi. Sono veramente intollerabili perché partono dal medesimo presupposto: la facile posizione di superiorità di chi non ami. Usate poi con molta parsimonia l’espressione Che fai stasera? Ho bisogno di vederti per parlare un po' di noi. L’altro, sebbene non completamente idiota o di cultura media superiore, non realizzerà mai che vogliate puntualizzare per l’ennesima volta la vostra scelta verificando che aria tiri, ma che ci stiate magari ripensando.

7) Se qualcuno vi chiedesse come mai, cosa è successo, chi l'avrebbe mai detto, siate onesti con chi domanda ma soprattutto con voi stessi.
Non inventate spiegazioni di comodo né verità inesistenti, soprattutto se allo specchio - pensando a come siano realmente andate le cose, ed essendo soltanto in due a saperlo realmente - non riusciste a sostenere il vostro stesso sguardo. Ammettere delle responsabilità forse non salverà la vostra storia, ma è infinitamente più decoroso e dignitoso che inseguire false motivazioni, solo perché l'altro non avrà mai la possibilità di confutarle. E nemmeno dimenticate che nella vita i nodi, prima o poi, vengono al pettine. Non illudetevi, se nodi aveste stretto, che il pettine li lasci passare come niente fosse: i vostri capelli potranno pur esser tanto lunghi da farlo avvenire molto più in là nel tempo, ma avverrà. Statene certi. Anche se un mio caro amico che sosteneva il tempo è galantuomo è morto di crepacuore. Perché… anche se scientificamente ha un altro nome, di crepacuore si può morire, eccome. 

8) Se in un momento di solitudine e di voglia di introspezione vi attraversasse la mente un barlume di autocritica, esaminate attentamente le vostre carenze e le vostre insofferenze e chiedetevi se dipendessero realmente dall'altro, come avete voluto convincervi, o non fossero piuttosto un'alterazione genetica del vostro DNA.
Sarebbe terribile un giorno rendervi conto d’aver giustiziato una storia appellandovi ad incomprensioni o problemi in realtà dipendenti soprattutto da voi, quando quei medesimi problemi si ripresentassero identici con un partner successivo, che doveste amare la metà di quello che oggi lasciate al suo destino. Verissimo, avete sostenuto che Le persone non si possano cambiare (anche se qualcuno sostenevacome si cambia, per non morire...). Ma possono migliorare, se hanno lacune oggettive. Avete forse anche detto Siamo troppo diversi? Ma non si può attribuire alla sola diversità le cose che non vanno, o nessuno avrebbe difetti. Cercate piuttosto di essere obiettivi e riconoscere correttamente le carenze di entrambi, non di arroccarvi sulle solite posizioni di comodo ruotanti attorno a questa benedetta, presuntadiversità, spiegazione accettabile sì, ma solo entro certi limiti. Nell’alfabeto di ogni storia tra un uomo ed una donna ci si può appellare alla diversità solo dalla D in poi. Ma esiste un ABC dello stare assieme che deve rappresentare la base, un minimo sindacale da cui partire. Non illudetevi di poter intaccare anche quell’ABC, con la scusa della diversità. Non vi crederebbe nessuno.

9) Mettete abbondantemente in conto di potervi un giorno pentire della vostra scelta, soprattutto se essa fosse avvenuta in un momento molto disturbato della vostra vita ed il vostro partner avesse fatto di tutto per recuperare, per provare a venirvi incontro, per mettervi alle spalle problemi ed incomprensioni.
Non dimenticate che quanto oggi vi sembri giusto e sacrosanto, facendovi sentire forti e risoluti, un domani potrebbe sbriciolarsi sotto i colpi del rimpianto e della nostalgia, se non del rimorso. Quel giorno, ricordàtelo, i ruoli potrebbero invertirsi e chi oggi soffre per la vostra mancanza, non riuscendo a farsi una ragione d’esser stato gettato via, domani proprio per questo potrebbe mostrarvi risentimento o indifferenza, anche se voi faceste ammenda del male fatto. In amore non esistono graduatorie dare/avere né ha senso sottostare più di tanto al do ut des, ma certamente il vostro cuore sa se aveste più ricevuto(in taluni casi eufemismo di preso) o più dato. Non dimenticatelo, il giorno in cui il destino inesorabile lo facesse pesare al vostro rimorso e non poteste nemmeno aggrapparvi alla consolazione d'aver riscosso di meno. E' il rischio di chi imponga una scelta senza dialogo e senza confronto, illudendosi di non poter mai avere ripensamenti, e pretendendo che l'altro debba esser d'accordo a tutti i costi. Il tempo più chegalantuomo può allora diventare spietato, e il rimpianto un killer sanguinario a cui sia impossibile sfuggire.

10) Sebbene non debbano interferire con la vostra storia né con le vostre decisioni, anche genitori & affini, se coinvolti, dovrebbero - più che osservare degli obblighi – assumere delle dignitose e necessarie iniziative.
E' tristissimo che un potenziale suocero, pur stravedendo sino al giorno prima per il potenziale genero, portandolo continuamente alle stelle e ringraziando il cielo per averlo messo sulla strada del proprio figlio, a fine storia scompaia nel nulla, lavandosene le mani con la motivazione sono cose vostre. E se tanto trasporto si disperdesse come sabbia al vento, trasfomandosi in silenzio, non sarà certo dovere di chi sia stato costretto alla separazione rifarsi vivo, per evidenti motivi e col rischio d’esser scambiato per un antipatico cacciatore di alleanze. A volte una telefonata, due parole spese serenamente di fronte ad un caffé, la ricerca di un dialogo costruttivo possono contribuire a stemperare il dolore e lasciare un buon ricordo reciproco, se non addirittura a cercare un’imprevedibile soluzione. In certi frangenti eclissarsi dopo aver ricevuto per anni il bene, l’affetto, la stima, il tempo e la disponibilità dell'altro, dopo aver sempre potuto contare su di lui come un figlio, dopo averne parlato come dell'uomo o della donna ideale per chiunque, può dare il senso di non aver contato in realtà un bel nulla e d’esser stato gettato via due volte. Ci può stare sì, che un genitore non possa imporre il proprio gradimento per un certo compagno ad un figlio e preferisca tenersene a distanza, così come ci può stare che vedendo le cose con più distacco ed esperienza, possa consigliarlo di riflettere e pensarci bene. Quello che andrebbe evitato è dare la sensazione a chi viene abbandonato dal figlio, di essere rifiutato anche dal padre e dalla madre. In situazioni come queste l’ignavia è una scelta di comodo, da qualunque direzione provenga.

Concludendo: Nessuno può maggiormente aver il reale polso della situazione di chi in un rapporto, per mille motivi diversi, non amasse più.
Se non amassi più, risparmiati pure la lettura di queste dieci fesserie ed assumiti la responsabilità della tua scelta chiudendo in tempi dignitosi la tua storia, curando di non illudere chi hai già deciso di abbandonare con frasi fatte o false speranze, ed evitando quegli strascichi penosi che possono trasformare una morte decorosa in un calvario senza fine.
Se invece un po' d'amore fosse rimasto ma non volessi scoprirti né rischiare, perché ancora non ne sei abbastanza sicuro, non calpestarlo. Non gettarlo via. E' talmente difficile costruire un sentimento e lasciarlo vivere, alimentandolo e sostenendolo, che se fosse rimasta verde anche solo una foglia di quell'albero rigoglioso d’un tempo, varrebbe la pena di curarlo e sperare che rifiorisca, anziché lasciarlo seccare al sole dell'indifferenza.

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