sabato 19 ottobre 2013

Ego e superego: il mistero del pensiero


Agnya chakra
Agnya chakra e canali energetici
Il nostro cervello è l’organo che si occupa di controllare la maggior parte delle nostre funzioni vitali, ci consente di avere percezione del nostro corpo, ovvero del suo stato tramite il sistema nervoso centrale e ci permette di pensare.
Il nostro cervello è anche la sede di un importante chakra (centro energetico): l’Agnya chakra.
Vediamo che l’Agnya chakra, nella parte destra e in quella sinistra, corrisponde alla terminazione dei due canali energetici rispettivamente di sinistra e di destra, perché questi canali si incrociano a livello del chiasma ottico, proprio come nel cervello l’emisfero sinistro controlla la parte destra e viceversa.
Queste terminazioni prendono il nome di superego (quello a destra) e di ego (quello a sinistra). Essi rappresentano la proiezione del nostro essere e del nostro divenire, in quanto derivano dal canale emozionale l’uno e dal canale dell’azione l’altro.
Sulla soglia dell'etenita (Van Gogh)Tutti gli “umori” che derivano dalle nostre ambizioni o dalle nostre emozioni “si sfogano” in questo chakra e danno vita all’attività mentale, spingono la nostra attenzione letteralmente a destra e a sinistra, un po’ sul passato e un po’ sul futuro, fino a causare nei casi estremi un vero e proprio caos nella testa. Ci sono persone che non riescono a passare un momento della loro giornata senza pensare, da quando si alzano a quando si vanno a coricare, quasi come un flusso continuo che anifesti senza tregua.
Allora si ricorre a rimedi estremi per trovare la pace mentale, magari attraverso dei medicinali, oppure attraverso l’alcol o le droghe (nel pacchetto droghe è inclusa anche la tv), per cui si creano dipendenze da cui è poi difficile liberarsi. Questo avviene anche perché la vita moderna ci spinge verso ritmi frenetici, che uno tende a cercare una soluzione immediatamente efficace, seconda la ricetta: tutto e subito!
Eppure un’alternativa c’è.
Un’alternativa senza controindicazioni, ma con molte “pro-indicazioni“.
Molti anni fa, prima di cominciare la meditazione di Sahaja Yoga, ero un po’ nelle condizioni che ho descritto. Pensavo davvero tanto ed anche gli studi d’Ingengeria fomentavano le caldaie del mio mentale, che sembrava essere un’inesauribile fornace di pensieri di tutti i tipi: se mi mollava uno, subito ne sopraggiungeva un altro! e mi chiedevo se esistesse un modo per calmare quella ressa di pensieri.
Quando poi cominciai la meditazione di Sahaja Yoga, già dalle prime esperienze ho potuto verificare una notevole differenza, ma niente di definitivo. Comunque quel poco mi ha incoraggiato ad insistere e giorno dopo giorno, meditazione dopo meditazione, ho ottenuto una stabilizzazione del silenzio interiore: ora posso zittire i miei pensieri quando e per quanto tempo voglio. Anzi, spesso e volentieri i pensieri fanno proprio fatica a presentarsi, perché in ogni momento so cosa fare per calmare la mia mente.
Il miglioramento si attua in modo semplice e naturale, ma ci vuole una certa pazienza verso noi stessi.
Campo di girasoli
Ecco, io avevo 23 anni quando cominciai: ero giovane, ma non troppo. A quell’età non avevo ancora bisogno di mettermi in discussione e sarebbe stato più logico (a detta di molti) godermi la vita, secondo i canoni moderni.
Per me, il fatto che sia la vita a sballottarci qui e là è un po’ una scusa, perché uno può scegliere sempre ciò che è bene per se stesso e ciò che è importante per la propria esistenza indipendentemente dall’età: ad ogni età noi siamo sempre noi stessi.
Quando uno è giovane pensa che ogni minuto in cui sta fermo, si sta perdendo qualcosa e corre di qua e corre di là all’impazzata, a volte fino all’esaurimento. E il problema è che questo stile di vita diventa così regolare, che poi è davvero difficile fermarsi… ma non impossibile.
Ma quante cose dobbiamo fare nella nostra vita per essere felici? Ma quanti soldi dobbiamo guadagnare per essere soddisfatti? Ma quante persone dobbiamo incontrare per sapere che cos’è l’amore? Quante follie dobbiamo fare per realizzare la gioia dell’esistenza?
Perché la meditazione aiuta a liberare la nostra mente dai pensieri?Perché essa agisce in profondità rimuovendo le cause di essi. Essa rimuove gli “umori” che provengono dagli altri chakra (tipo l’insoddisfazione dal Nabhi, la delusione dal cuore, etc) e a mano a mano che i nostri chakra diventano più “leggeri”, essi non mandano più nessuno stimolo al nostro cervello, se non quello di gioire della loro armonia.
Ci vuole il tempo che ci vuole, perché siamo tutti diversi ed ognuno ha i suoi tempi, ma sicuramente succede.
Una volta che il nostro Agnya chakra si rilassa, percepiamo una sensazione di leggerezza nella nostra testa, riusciamo a vedere solo la bellezza che c’è intorno a noi e non siamo più disturbati dalle assurdità… siamo liberi!
Siamo attori e spettatori della nostra vita.
Spesso una persona, incapace di sopportare le ingiustizie e le incomprensioni del mondo tende a chiudersi, a velare le proprie emozioni anche a se stesso. Ma una volta che noi andremo a liberare l’Agnya da tutte le sue proiezioni mentali di cui è soggetta, non avremo più bisogno di ciò, perchè è proprio la mente a creare l’illusione della sofferenza.
In termini pratici, la tensione che si accumula nell’Agnya chakra va ad invadere altre sfere, come il cuore: si crea quindi una pressione sul cuore e ogni cosa (come un’offesa o l’indignazione)  che “ferisce” il nostro Ego o il Superego, causa un’ulteriore pressione e quindi più sofferenza.
La sofferenza è una mera illusione creata dalla mente e svelare il mistero del pensiero corrisponde a svelare il trucco per liberarsene…

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