Vi faccio un esempio. Uno dei primi esercizi che assegno nel mio corso prevede che l’allievo si ricordi di sé tutte le volte che passa sotto una porta, ossia tutte le volte che cambia ambiente. È un esercizio dall’elevato valore simbolico, proprio perché si collega all’aspetto appena citato nelLibro americano (e tibetano) dei morti: riuscire a rimanere presenti mentre si trasloca da una sfera all’altra dei mondi spirituali. Ma se non sono in grado di restare presente a me stesso mentre passo da una stanza all’altra nel mondo “di qua”, come posso sperare di restare presente – e approfittarne per fondermi con l’Assoluto – al momento di abbandonare il mio corpo fisico, oppure al momento di abbandonare il mio corpo astrale?
Le mie capacità da “questa parte” definiscono le mie possibilità “dall’altra parte”.
Chi sono i demoni se non le personificazioni astrali delle mie paure. È possibile che oggi non esistano più uomini o donne senza paure?
In ogni caso la lettura del Libro dei morti al capezzale del morente – qualunque sia il suo livello di preparazione – serve proprio a ricordargli le sue possibilità affinché non si perda nell’oblio della meccanicità, ma sfrutti i momenti più propizi per compiere il Grande Balzo e gettarsi nell’Uno.
Le mie capacità da “questa parte” definiscono le mie possibilità “dall’altra parte”.
Chi sono i demoni se non le personificazioni astrali delle mie paure. È possibile che oggi non esistano più uomini o donne senza paure?
In ogni caso la lettura del Libro dei morti al capezzale del morente – qualunque sia il suo livello di preparazione – serve proprio a ricordargli le sue possibilità affinché non si perda nell’oblio della meccanicità, ma sfrutti i momenti più propizi per compiere il Grande Balzo e gettarsi nell’Uno.
http://www.salvatorebrizzi.com/2014/01/il-libro-americano-dei-morti.html
http://divinetools-raja.blogspot.it/2014/01/guida-allarte-del-morire-per-luomo.html
http://divinetools-raja.blogspot.it/
Buon Ritorno...a casa
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