martedì 25 novembre 2014

STO STRAORDINARIAMENTE MALE MA E' NORMALE...

Ho voluto un po’ sistematizzare le fasi che una persona affronta nel momento in cui viene lasciata, averne consapevolezza, riconoscerle, può aiutare a far rientrare nella “normalità” un momento vissuto come insormontabilmente tragico. Un po’ della serie “sto straordinariamente male ma è normale”.


(Cit Morelli: “Ricercare le cause dell'abbandono cronicizza la sofferenza”)
La prima fase che si affronta è quella dei perché, domanda sbagliata a cui si vuol dare una risposta giusta: non la si troverà mai… Motivo per cui non ha troppo senso continuare a farsela anche perché per certi aspetti è un modo per controllare ed evitare qualcosa di più importante, ossia che si sta soffrendo e anche se difficile è consigliabile non evitare di sentire la sofferenza. Nella nostra società è molto diffusa questa pratica, ossia la paura di soffrire è sempre presente nella mente di colui che ha preso una delusione amorosa e questo si traduce nella: paura di restare da soli, paura di non trovare più un’altra persona adatta a sé, paura di non innamorarci più, paura di non poter essere più felici. L’azione da intraprendere per far fronte a questa prima fase è: accettare la sofferenze, non averne paura in quanto è la diretta e naturale conseguenza di un cambiamento di status. La persona, la mente, il cervello e il corpo devono ritrovare un altro equilibrio e come la maggior parte dei cambiamenti, comporta una porzione di difficoltà per ritrovare il nuovo assetto. La vita è fatta di gioie e dolori e questi ultimi ne fanno parte esattamente come le altre emozioni, anzi non ci sarebbe amore appassionato senza un potenziale dolore per la perdita dello stesso. La gioia è tale se si erge da uno sfondo di dolore un po’ come dire che nella gioia c’è un quantitativo potenziale di dolore e viceversa. (Ecco perché i monaci buddhisti predicano l’astensione dal desiderio: perché se c’è gioia allora ci può essere anche dolore… e solo con l’accettazione di questa condizione si può vivere con serenità la convivenza di questi due elementi fondamentali dell’esistere).

Nella seconda fase spesso avviene una idealizzazione del partner e del sentimento che si provava per lo stesso. Questo oltre a farci crogiolare in un pentolone di sofferenze ha come diretta conseguenza una più subdola reazione tale per cui si iniziano a provare sentimenti di autosvalutazione. Ecco questi sono FORTEMENTE DA EVITARE !!! A volte non ce ne si accorge ma gira che ti rigira si finisce proprio lì: “ma cosa avevo di sbagliato, perché mi abbia lasciato?”. VADE RETRO SATANA…

A tutto ciò ci sono delle good practice da mettere in campo.

1 Accettare la sofferenza come un fenomeno portatore di cambiamento. Non accettare che qualcuno abbia deciso di non stare più con voi altro non farà che farvi stare male più a lungo mentre compito vostro è assecondare la vita e le occasioni di cambiamento.
2 Impiegare il tempo a svolgere molte attività riguardanti il sé, insomma tornate a coltivarvi a tempo pieno
3 Vivere il qui ed ora: se c’è sofferenza vivetela ma non state mentalmente nel passato, anche oggi che siete tristi qualcosa vi può far ridere ORA!!! A volte la vita ha una tempestività straordinaria e pensate bene alla vostra esperienza e potrete trovare almeno un esempio in cui dopo una forte delusione ecco che subito è seguita una grossa gioia. Perché succeda questo però dovete essere aperti al nuovo, se no….. ciccia……altro tempo a star male….
4 Evitare ogni processo di idealizzazione
5 A meno che non ci si veda per parlare di un possibile ritorno alla coppia e/o per risolvere dei problemi evitate i contatti. Questi altro non fanno che creare piccoli precedenti, false aspettative e pasticciamenti vari. Ci verrà in mente che però è tanto che non sentite la cugina dello zio della persona amata ma molto probabilmente è un escamotage mentale che simbolicamente vi fa sentire più vicino alla persona cercata…
Insomma a volte la mente ci tira dei brutti scherzi.

(cit Morelli: “quando le storie finiscono viviamo un’esperienza fondamentale: scopriamo che dobbiamo fare i conti con noi stessi”)
Buona vita e buona fortuna
Edoardo Savoldi
www.edoardosavoldi.it

... prima o poi dovra' accadere non riuscirai a scappare per sempre...
... da una storia all'altra per non affrontare il  dolore legato all'abbandono.
Tra una relazione e l'altra c'è bisogno di un periodo di pausa  per la rielaborazione del tutto, superato il periodo critico quando la solitudine non fa piu' paura, potrai ricominciare una nuova relazione.
Quando è il momento di fare i conti con sè stessi accetta la sfida e affronta, se fuggi da te stesso
dovrai fare i conti con l'accumulo di tutto cio' che non hai affrontato, tutti gli abbandoni e i dolori accumulati diventeranno un mostro a cui sara' difficile far fronte

Antar Raja

http://divinetools-raja.blogspot.it/ La Via del Ritorno... a Casa

1 commento:

  1. Mi fa piacere che il mio articolo le sia piaciuto mi piacerebbe poterle scrivere in privato per uno scambio di idee mi scriva pure a info@edoardosavoldi.it
    Dott Savoldi

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