mercoledì 22 aprile 2015

Raffaele Morelli: la solitudine e gli incontri magici.

Nelle parole di Raffaele Morelli si legge la vita così com’è. Noi, molto razionali, viviamo di giudizi, di aspettative, di pensieri, di rimuginamenti e di colpe da assegnare anche nelle relazioni sentimentali. Viviamo di perché, di pregiudizi e di spiegazioni che non risolvono problemi anzi li complicano e ci allontanano dal nostro vero essere. Raffaele Morelli, ci invita a vedere le cose come sono senza giudizio e senza appesantirle con le nostre aspettative e con i nostri pensieri. Cosa è giusto e cosa è sbagliato per noi non lo sapremo mai finché non lo viviamo, indietro non si torna, il tempo non si ferma, noi evolviamo e le circostanze intorno noi cambiano indipendentemente dal nostro volere così come il cuore batte indipendentemente dal nostro volere. La vita così com’è senza giudizi e senza pensieri dona serenità e felicità indipendentemente da quello che accade. Il tema della solitudine dell’incontro con l’altro toccano tutti e per questo lo raccontiamo attraverso le parole del noto psichiatra e psicoterapeuta.
“Perché rimanere da soli fa tanta paura?
Stare male perché ci si sente soli: se ci pensiamo è un’eresia. E’ come dire che si soffre perché la mamma ci allatta, che si è infelici muovendo i primi passi o che il profumo dei fiori ci fanno paura. La solitudine è un elemento naturale nella vita di un uomo: noi siamo soli nel silenzio e nel buio dell’utero, siamo soli nel profondo del sonno, siamo soli a decidere di noi stessi nei momenti-chiave dell’esistenza. Purtroppo oggi ci alimentiamo di un’idea negativa della solitudine, la viviamo malissimo, ci pare un dramma. Essere soli, nell’immaginario dei più, è diventato sinonimo di “essere lasciati soli”: da qui la tristezza, l’abbandono, il vuoto affettivo che ne derivano e che ci fanno vivere con grande disagio questa condizione.
Ma è possibile che incontriamo persone “giuste” che ci siano d’aiuto?
Sulla strada verso il talento gli incontri che facciamo sono segnali da non sottovalutare. Bisogna osservare, ancora una volta, e non lasciarsi sfuggire stimoli e spunti creativi. Così può accadere di conoscere qualcuno che ci porga una visione diversa delle cose. Queste persone sono determinanti per la nostra evoluzione, per aiutarci a sbocciare. Se un incontro non ci cambia in nulla, allora non ha niente a che vedere con il nostro talento.
Come facciamo a capire se un incontro è positivo per noi?
Si tratta di saper distinguere. Le relazioni che nascono dal caso, che evolvono spontaneamente senza strategie, che fioriscono nostro malgrado, quando meno ce lo attendiamo: questi sono i rapporti da curare con un occhio di riguardo. Ogni volta che, invece, a un rapporto è sotteso uno sforzo di qualsiasi tipo, le possibilità evolutive della nuova conoscenza sono bloccate, perché l’elaborazione della fatica (di piacere, di capirsi, di convincere l’altro a fare qualcosa con noi o per noi) assorbe tutta la nostra energia. Gli incontri magici invece sono quelli che accendono una luce, semplificano la realtà, ci pongono di fronte a una domanda fondamentale: come ho potuto non accorgermi prima? Se con una nuova persona non ci chiediamo questo, vuol dire che al massimo potremo percorrere un tratto di strada con lei, assorbire le sue opinioni. Ma senza evolvere realmente.” Tratto da “Realizzare se stessi”

http://donnemanagerdinapoli.com/2015/04/22/raffaele-morelli-la-solitudine-e-gli-incontri-magici/
http://divinetools-raja.blogspot.it/ La Via del Ritorno... a Casa

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